“Arabi ed ebrei insieme. Ecco il mio nuovo partito”
L’ex presidente della Knesset: “Bisogna cambiare. Il governo è ostaggio di una destra che ci ruba il futuro. L’opposizione è ormai inconsistente”.
L’ex presidente della Knesset: “Bisogna cambiare. Il governo è ostaggio di una destra che ci ruba il futuro. L’opposizione è ormai inconsistente”.
La protesta delle feluche è riuscita. È stata altissima l’adesione dei diplomatici allo sciopero di martedì 26 luglio.
Stanno morendo di fame. Dormono per strada. Nessun funzionario dell’ambasciata italiana né di altri Paesi terzi li ha visitati per sincerarsi delle loro condizioni. Continua l’odissea degli eritri ex segregati di Brak.
I diplomatici confermano lo sciopero contro i tagli previsti dalla manovra. Il pericolo sedi, carriere e formazione: per noi risorse da Terzo mondo.
Il cofondatore di Hamas: «La signora Ashton ha ascoltato i palestinesi. L’intifada del mare continuerà. E la Turchia è il nuovo centro dell’Islam».
Non è più il silenzio dell’imbarazzo. È molto di più. E di più grave: è il silenzio dei complici. Il silenzio del governo italiano nei confronti dei disperati appelli che giungono dal carcere di Brak, nel sud della Libia, dove sono segregati oltre 200 eritrei.
La portavoce dell’Agenzia Onu per i rifugiati: «Si parla di questi drammi solo quando c’è polemica politica, stampa italiana poco attenta al mondo». Intervista a Laura Boldrini.
Dal campo di detenzione libico di Brak il racconto delle torture psicologiche subite dai prigionieri eritrei. L’ottimismo dell’inviata di Frattini, Margherita Boniver. “Prevarrà l’equilibrio tante volte dimostrato dalle autorità libiche”.
Il dramma dei 245 rifugiati eritrei e somali trasferiti forzatamente dal centro di detenzione di Misurata al centro Sebha, nel sud della Libia, il 30 giugno si sta ulteriormente aggravando.
Torture e violenze sui “sans papier”, chiuso l’ufficio dell’Unhcr. Ma Berlusconi tace per tutelare la rete dei grandi appalti.
Torture e violenze sui “sans papier”, chiuso l’ufficio dell’Unhcr. Ma Berlusconi tace per tutelare la rete dei grandi appalti.
La “preda” stavolta è stata catturata senza spargimento di sangue. Ma i vincitori non hanno nulla da sbandierare, trofei da esibire. E la nave che alle 18:10 fa il suo ingresso nel porto di Ashdod, non è una nave di “sconfitti”.