Obama in Medio Oriente
Janiki Cingoli, Direttore del Cipmo, analizza tutti i risultati (e le questioni in sospeso) di una visita storica.
Janiki Cingoli, Direttore del Cipmo, analizza tutti i risultati (e le questioni in sospeso) di una visita storica.
Tutto l’incontro si è svolto in una atmosfera a dir poco fredda: ad ora tarda, in modo da evitare la copertura dei media televisivi, senza possibilità di accesso per i giornalisti, senza il rilascio di una photo opportunity, senza che fossero previste dichiarazioni pubbliche alla fine.
Netanyahu come Sharon e come Begin? O Netanyahu furbo uomo di potere e manipolatore della politica e delle relazioni internazionali?
Il vertice a tre tra Obama, Netanyahu e Abu Mazen, tenutosi a New York non è stato solo una photo opportunity. La stretta di mano tra i leader israeliano e palestinese ha messo fine ad una incomunicabilità che durava dalla vittoria elettorale di Netanyahu.
Obama si appresterebbe a presentare, in vista della Assemblea Generale dell’ONU di fine settembre, una proposta complessiva di pace per il Medio Oriente.
Il congresso di al Fatah si è concluso con un sostanziale successo, smentendo chi riteneva che l’organizzazione fosse in una crisi oramai irreversibile, e che ogni tentativo di rivitalizzarla fosse destinato al fallimento.
Si è sottovalutata, in Italia, la portata del recente discorso di Netanyahu. Con esso, il premier israeliano ha ottenuto il risultato di collocarsi al centro dello schieramento politico israeliano, senza perdere i suoi alleati di estrema destra, anche per i richiami ideologici e politici di tutto il suo discorso.
Benjamin Netanyahu ha dunque compiuto il gran passo dicendosi disposto ad accettare l’idea di uno Stato palestinese. L’analisi di Janiki Cingoli del Centro Italiano per la pace in Medio Oriente.
L’iniziale tentativo di Netanyahu di lasciare le cose nel vago, per non irritare il nuovo presidente USA, impegnandosi a formulare un piano di pace complessivo per la pace e la cooperazione in Medio Oriente, non ha retto a lungo…
L’inattesa vincitrice morale è certamente Tzipi Livni, con 28 seggi, contro i 27 di Netanyahu (resta però da scrutinare il voto di circa 200.000 militari), anche se le elezioni marcano uno spostamento a destra di Israele.
Il toro nell’arena carica quando vede il drappo rosso, ed è spesso più forte del torero. Qualche volta riesce anche a ucciderlo. Ma quale è la strategia del toro? Questo è il problema, quando si esaminano i risultati dell’offensiva israeliana a Gaza.
L’offensiva israeliana si trascina, continuando a espandere le zone sotto controllo nella cintura intorno a Gaza, e il numero delle vittime palestinesi sta oramai avvicinandosi a mille, di cui oltre la metà civili e circa un terzo donne e bambini.