Assisi: la pace vince l’abitudine alla violenza


Misna


“In tutti i discorsi


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Assisi: la pace vince l'abitudine alla violenza

Il rifiuto di ogni forma di violenza, la messa in guardia contro le strumentalizzazioni delle religioni a fini politici o di dominio, il ripudio “dell’adorazione dell’avere e del potere”: sono alcuni dei grandi temi della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo celebrata oggi ad Assisi.

“Le religioni possono fare molto in questa fase di crisi, segnata dal potere e dal dominio del denaro” dice alla MISNA padre Adriano Sella, un missionario saveriano che anima la Rete interdiocesana per i nuovi stili di vita. La riflessione sulla crisi finanziaria, economica e sociale degli ultimi anni, il dovere della vicinanza ai più deboli e l’impegno per la dignità della persona hanno attraversato l’incontro nella città umbra. “L’adorazione di Mammona, dell’avere e del potere, si rivela una contro-religione in cui non conta più l’uomo ma solo il vantaggio personale” ha detto Papa Benedetto XVI di fronte ai fedeli riuniti nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

La riflessione sulle difficoltà economiche e sociali si è intrecciata all’impegno comune delle religioni contro la violenza, il tema scelto da Giovanni Paolo II 25 anni fa per la prima volta ad Assisi. “La lotta per la pace deve stimolare in modo nuovo tutti noi” ha sottolineato oggi Benedetto XVI. Gli hanno risposto i rappresentanti delle altre Chiese cristiane, dell’Islam, dell’ebraismo, del buddismo, dell’induismo e finanche delle religioni tradizionali d’Africa. “In tutti i discorsi – dice da Assisi alla MISNA Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace – c’era l’impegno ad alimentare il dialogo tra le religioni e la condanna di ogni loro strumentalizzazione o uso improprio”.

L’incontro di Assisi trae forza anche da alcune osservazioni critiche e proposte. “La Giornata – sostiene Lotti – avrebbe potuto radicarsi di più nella storia di questi giorni, facendo ad esempio i conti con l’aggravarsi delle ingiustizie planetarie o le domande di libertà e le repressioni che attraversano il Nord Africa, il Medio Oriente e altre aree del mondo”.

Secondo padre Sella, Assisi conferma l’esigenza di aumentare il lavoro sul territorio. “L’ecumenismo e il dialogo interreligioso – dice il missionario, facendo riferimento alla sua esperienza in Brasile – sono più forti quando partono dal basso, quando comunità di fedi differenti si uniscono per difendere l’ambiente o i diritti delle persone”.

Fonte: Misna.org

27 ottobre 2011

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“Il rischio è l’abitudine di sopraffare l’altro, con la guerra ma anche con leggi inique o con la finanza globale”: don Renato Sacco, rappresentante di Pax Christi, parla con la MISNA poche ore prima dell’inizio della Giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo.

L’appuntamento è sempre ad Assisi, come la prima volta, 25 anni fa. Dalle 9 e 45 fino all’incontro conclusivo delle 16 e 30, di fronte a Santa Maria degli Angeli e davanti alla Basilica inferiore, nello spazio antistante il loggiato del Sacro convento di San Francesco. “Pellegrini della verità, pellegrini della pace” – queste le parole scelte per l’edizione di quest’anno – riunisce nella cittadina umbra 176 esponenti di diverse tradizioni religiose.

“È un segno di speranza – dice don Sacco – che vuole abbracciare il mondo intero, le tragedie che ho conosciuto in Bosnia, Kosovo, Iraq e Afghanistan”. Nel colloquio con Pax Christi riemergono le parole del fondatore del movimento cattolico, don Tonino Bello, quando definì la prima volta ad Assisi come la “festa del Padre che accoglie i suoi figli che lo chiamano con nomi diversi”. Il contesto è mutato ma l’impegno resta quello voluto da Papa Giovanni Paolo II, 25 anni fa. “Come cristiani – ha sottolineato ieri Benedetto XVI – vogliamo invocare da Dio il dono della pace; vogliamo pregarlo che ci renda strumenti della sua pace in un mondo ancora lacerato da odio, da divisioni, da egoismi, da guerre; vogliamo chiedergli che l’incontro ad Assisi favorisca il dialogo tra persone di diversa appartenenza religiosa e porti un raggio di luce capace di illuminare la mente e il cuore di tutti gli uomini, perché il rancore ceda il posto al perdono, la divisione alla riconciliazione, l’odio all’amore, la violenza alla mitezza, e nel mondo regni la pace”.

Ieri una pioggia intensa ha bloccato per ore l’allestimento del palco di fronte alla Basilica inferiore. La speranza è che oggi il cielo torni sereno e che le difficoltà del dialogo in questo tempo inquieto siano un po’ alla volta superate. Don Sacco fa cenno ai rivolgimenti politici e sociali lungo la sponda meridionale del Mediterraneo e ricorda le immagini drammatiche giunte dalla Libia, con l’“ostentazione” del corpo senza vita di Muammar Gheddafi. “Alla logica della violenza e della sopraffazione – avverte il rappresentante di Pax Christi – si rischia di fare l’abitudine”.

Cade bene allora il documento pubblicato lunedì dal Pontificio consiglio per la giustizia e la pace, che chiede l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie e afferma la necessità di un nuovo primato della politica e della morale sulle dinamiche dell’economia e dei mercati. Proposte e dibattiti continueranno nei prossimi mesi. Una parte della politica, nella terra d’origine di San Francesco, patrono d’Italia, lavora al superamento della legge numero 185 del 1990: è quella che ha introdotto controlli più rigorosi sulle esportazioni di armi, un ostacolo a chi vuole solo il mercato e la guerra.

Fonte: Misna.org

27 ottobre 2011

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