Assedio ai rom per una casa
Luca Liverani
Continua il presidio di un gruppo di residenti, spalleggiati da Casapound. E c’è chi arriva a parlare di roghi e chi rimpiange Mussolini. Ma anche chi urla alla mamma rom: «Ti stupro»
Alla fine resteranno nell’appartamento di via Satta a Casal Bruciato. La famiglia rom con 12 figli, regolare assegnataria di una casa popolare, non se ne andrà, dopo le rassicurazioni dell’assessorato capitolino alle Politiche abitative.
Nonostante le proteste di diversi condomini e abitanti del quartiere sulla Tiburtina, sobillati dai militanti di CasaPound che puntualmente cavalcano le “guerre tra poveri”. Contro la famiglia piovono minacce vergognose: «Li vogliamo vedere tutti impiccati e bruciati», dicono alcune donne nel cortile condominiale. «Richiamiamo Mussolini che è morto?», «Magari», rispondono altri in coro. E quando passa la mamma rom con due bambini, c’è uno che grida «ti stupro». Ma a solidarizzare coi rom arriva anche un gruppo di attivisti antifascisti per il diritto alla casa dell’Usb, i sindacati di base. E tra i due gruppi, tenuti separati dalla polizia, volano insulti.
La casa è al secondo piano del palazzo di via Sebastiano Satta 20. Due stanze da letto, soggiorno, cucina e bagno. Cento metri quadri, che per 14 persone non sono molti, ma meglio delle baracche a La Barbuta. Due anni in attesa, poi l’assegnazione per i molti figli.
Ma da due giorni nel cortile hanno piazzato un gazebo i militanti fascisti. Sono una decina, spalleggiati da alcune decine di abitanti della zona. «Casal Bruciato non tollera il razzismo al contrario – grida il responsabile di CasaPound Lazio Mauro Antonini –. Le famiglie italiane non la vedranno mai una casa popolare. I rom non li facciamo rientrare». Le stesse parole usate da Giorgia Meloni di Fratelli d’Italia: «Grazie alla Raggi e al Pd – dichiara – oggi Roma è ufficialmente una città razzista contro i romani». «Minacce e aggressioni verbali non sono il modo di risolvere nessun problema», puntualizza il vicepremier Matteo Salvini.
La temperatura si alza quando arrivano decine di cittadini sotto le bandiere di Asia, Associazione inquilini e abitanti dell’Usb. La polizia impedisce il contatto tra i due gruppi. Lo scontro è solo verbale: «Siete la rovina dell’Italia», gridano i fascisti, «vergogna, nemici del popolo». Screzi anche tra CasaPound e Fratelli d’Italia che sgomitano sullo stesso spazio. «Il permesso per mettere lo striscione non lo devi chiedere alle guardie – attacca Antonini – ma a me. Levalo, è la solita speculazione per le Europee». «Stiamo dalla stessa parte», assicura l’attivista di Fdi Adriano Cedroni.
«Giù le mani dalle case popolari», replicano i militanti dell’Usb. E poi «fascisti, stupratori», riferendosi ai fatti di Viterbo. «Non è vero che voi state nelle periferie – urla un ragazzo tra le bandiere rosse – tre anni fa quando hanno sfrattato Anna Rita, qui in via Satta 67, voi dov’eravate? Noi sì, abbiamo occupato il Municipio e alla fine le hanno dato una casa».
«Ci mettono uno contro l’altro – gli fa eco un altro – ma il nemico non è il mio vicino, ma chi arriva per chiedervi il voto e chi non costruisce le case popolari».
In via Satta c’è anche Stefano Fassina, deputato di Leu e consigliere comunale di SinistraxRoma: «Non ci sono “periferie in rivolta”, ma gruppi attizzati. A Roma c’è una drammatica carenza di case popolari, vanno usate le decine di migliaia di appartamenti sfitti dei palazzinari». «Un’amministrazione incapace – accusa il capogruppo del Pd in IV Municipio Massimiliano Umberti – va fatta prima un’analisi del contesto, sensibilizzati gli abitanti, non si può solo dire “là c’è posto e là li metto”».
C’è anche Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio: «Da Torre Maura ormai per ogni assegnazione di una casa ai rom si sa che basta protestare. Una sconfitta per l’amministrazione e per le famiglie che decidono di integrarsi. Il Campidoglio è impreparato, a Torino prima mandano gli assistenti sociali a parlare coi residenti. La famiglia rom minacciata a via Facchinetti ha rinunciato alla casa non gliene hanno data un’altra, è tornata nel campo».
Stavolta però il Campidoglio tira dritto. In serata arrivano a via Satta – scortate – la presidente M5s del IV Municipio Roberta Della Casa e l’assessore alle Politiche Abitative Rosalba Castiglione con le «pastarelle» per la famiglia. Cinzia, una condomina, portando una pentola di amatriciana «ai ragazzi di CasaPound». E oggi sarà un’altra giornata difficile: movimenti per l’abitare e fascisti annunciano nuovi presìdi nel pomeriggio.
Luca Liverani
Avvenire
7 maggio 2019