Anche Libera aderisce alla manifestazione nazionale del 22 ottobre
Libera Informazione
Libera partecipa con le sue organizzazioni al movimento e alle richieste delle associazioni e dei gruppi che fanno parte della Tavola della Pace e che il 22 Ottobre daranno vita a una grande manifestazione nazionale alla Rai di Viale Mazzini a Roma.
E’ in atto contro l’informazione un attacco senza precedenti che minaccia la libertà di stampa, pilastro della democrazia sancito dall’articolo 21 della Costituzione e di conseguenza il diritto dei cittadini a conoscere e approfondire tutti i problemi della realtà. Il disegno di legge sulle intercettazioni predisposto dal governo, oltre ad ostacolare gravemente e vanificare il lavoro dei magistrati inquirenti, imporrebbe un pesante silenzio per lunghi periodi su rilevanti vicende giudiziarie, minacciando i giornalisti e gli editori con misure repressive di ordine economico e penale inconcepibili in qualsiasi paese democratico.
Di particolare gravità sarebbe l’applicazione di queste norme sul terreno del contrasto alle mafie, di cui le intercettazioni rappresentano da tempo un importante e normale strumento operativo, all’interno di una complessiva attività istruttoria. Libera rifiuta questa impostazione e la respinge, sottolineando che l’esigenza di una corretta regolamentazione nella pubblicazione delle intercettazioni, per evitare da parte della stampa gratuiti sensazionalismi e a volte vere campagne a comando che nulla hanno a che fare con le indagini giudiziarie, non può intaccare il diritto-dovere di informare l’opinione pubblica sulle tante vicende di scandali, illegalità, corruzione, malaffare e anche gravi e odiosi reati contro le persone e la sicurezza dei cittadini.
Unendosi alla protesta delle organizzazioni nazionali e internazionali dei giornalisti, alla FNSI. ad Articolo 21, a quanti testimoniano la volontà di non venir meno al proprio dovere professionale in difesa dell’autonomia e della libertà di stampa, Libera Informazione si adopererà in ogni modo per tenere aperto questo spazio vitale della democrazia e dei diritti dei cittadini, respingendo intimidazioni e un uso anticostituzionale, sopraffattorio e autoritario del potere. Noi continueremo a pubblicare e a dare correttamente notizia dei contenuti delle intercettazioni, nel rispetto del segreto istruttorio e dell’impegno degli inquirenti.
Libera ribadisce altresì con fermezza la centralità che il campo dell’informazione assume per superare il muro dei silenzi, della discontinuità e dell’indifferenza che favorisce il rapido estendersi del sistema criminale e della sua immersione nell’economia legale, attraverso il voto di scambio, la corruzione, le crescenti complicità e contiguità politiche, amministrative, imprenditoriali, professionali, nei territori a forte presenza mafiosa e a livello nazionale e internazionale. Libera Informazione denuncia a questo riguardo i grandi e piccoli conflitti d’interesse di editori che soprattutto nel Meridione sono in realtà membri di veri comitati d’affari e si impegna a non lasciare soli, fra rischi e condizionamenti, i cronisti e quanti si espongono in prima linea contro il sistema degli interessi mafiosi e delle sue complicità.
In questo impegno assume un’importanza centrale la richiesta di profondo cambiamento nelle scelte editoriali e nella programmazione dei palinsesti del servizio pubblico radiotelevisivo, per fermare l’attuale deriva consumistica, pericolosamente priva in generale di reale qualità informativa, sociale e culturale, per aprire invece la Rai ai problemi e alla realtà del Paese e del mondo, dando adeguati spazi e risorse all’inchiesta, all’approfondimento dei temi civili, del lavoro, della legalità e delle regole sancite dalla Costituzione, della pace, dei diritti dei popoli, dell’ambiente e dello stato del pianeta.
Libera partecipa con le sue organizzazioni al movimento e alle richieste delle associazioni e dei gruppi che fanno parte della Tavola della Pace e che il 22 Ottobre daranno vita a una grande manifestazione nazionale alla Rai di Viale Mazzini a Roma, nell’ambito della necessità di radicale riforma e d’indipendenza del servizio pubblico, finanziato con il canone da tutti gli italiani, per troppo tempo disattesa dal Parlamento e dai governi della Repubblica.
Da LiberaInformazione
07 luglio 2008