Ambasciata USA a Gerusalemme: 55 palestinesi uccisi e 2410 feriti


La redazione


Già iniziati gli scontri al confine tra i Territori e Israele in attesa dell’inaugurazione della sede diplomatica, prevista per oggi pomeriggio


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AGGIORNAMENTI da NenaNews:

ore 22:10 Bilancio delle proteste palestinesi a confine con Gaza è di 55 morti e 2.410 feriti. Il Sud Africa convoca l’ambasciatore israeliano, la Turchia, invece, il suo a Washington e a Tel Aviv

ore 21.30 – Sale a 55 il bilancio delle vittime palestinesi di oggi, oltre 2.400 i feriti

ore 19 – Abbas: “Tre giorni di lutto nazionale”. Marines a protezione delle ambasciate Usa nel mondo arabo

Assente dalle proteste, in serata il presidente dell’Autorità Nazionale Palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato “tre giorni di lutto nazionale”. Intanto le autorità statunitensi hanno dispiegato i marines a protezione delle ambasciate Usa in Giordania, Turchia e Israele, per il timore di proteste

ore 18.15 – Aggiornamento del ministero della Salute:  52 uccisi, 2.410 feriti

ore 17 – Bilancio di 43 morti a Gaza

Secondo le informazioni del ministero della Salute, i palestinesi uccisi oggi a Gaza dall’esercito israeliano sono 43. Tra loro cinque minori (tra cui un 13enne e un 14enne) e un disabile in sedia a rotelle. Oltre 1.700 i feriti

ore 16.25 – Lubna Masarwa, giornalista: “Decine di arresti a Gerusalemme, manifestanti picchiati”

Secondo quanto riportato dalla giornalista di Middle East Eye Lubna Masarwa, la polizia israeliana ha arrestato a Gerusalemme decine di persone e picchiato alcuni manifestanti”. A Gaza, intanto, viene identificata un’altra vittima: a Khan Yunis è stato ucciso Fadi Abu Salah, palestinese disabile che perse le gambe durante l’operazione Piombo Fuso del 2008. E’ stato colpito da un cecchino.

ore 15.40 – Ivanka Trump inaugura l’ambasciata, video-messaggio del presidente Usa

E’ stata la figlia del presidente Usa, Ivanka Trump, a inaugurare pochi minuti fa la nuova sede dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme. Proiettato il video-messaggio del presidente: “Settant’anni fa gli Stati Uniti sotto Harry Trump hanno riconosciuto Israele. Noi riconosciamo Gerusalemme come capitale di Israele. Israele ha designato Gerusalemme come sua capitale fin dalla fondazione. E’ la sede della corte israeliana, del primo ministro. Gerusalemme è la capitale di Israele”.

ore 15.35 – Reazioni dal mondo: per Amnesty “aberrante violazione dei diritti umani”, per Iran e Turchia Usa complici del massacro

“Stiamo assistendo a una abietta violazione del diritto internazionale e dei diritti umani a Gaza. Questo deve fermarsi immediatamente”, ha scritto su Twitter Amnesty International.

ore 14.50 – Onu: Israele interrompa l’uso sproporzionato della forza

Oggi il Comitato delle Nazioni Unite contro le discriminazioni razziali si è detto “profondamente preoccupato” per le uccisioni in corso a Gaza e chiesto a Israele l’immediato stop all’uso “di forza sproporzionato” contro i manifestanti. Il rapporto, pubblicato oggi dal Consiglio per i diritti umani dell’Onu, chiede inoltre a Israele “il pieno rispetto delle regole del diritto umanitario nei Territori Occupati e l’annullamento del blocco su Gaza”.

ore 14.45 – Sale a 37 il bilancio delle vittime a Gaza. Raid aereo su postazioni di Hamas

Secondo i dati del ministero della Salute palestinese, le vittime di oggi nella Striscia sono 37, oltre 1.700 i feriti. Gli ospedali, già duramente provati dall’assedio israeliano e da sei settimane di violenze, sono al collasso. Si è mobilitata anche l’aviazione: l’esercito israeliano fa sapere di aver colpito anche presunte postazioni di Hamas a Jabalia con i jet militari

ore 14.30 – Colpi di artiglieria a Gaza. Netanyahu festeggia a Gerusalemme

Secondo quanto riportato da Palestine Tv, l’esercito israeliano sta sparando colpi di artiglieria a Rafah e Beit Hanun. Non solo, dunque, i tiratori scelti. Intanto a Gerusalemme la polizia israeliana ha bloccato un grande gruppo di manifestanti palestinesi che intendeva protestare vicino alla nuova sede dell’ambasciata statunitense a Gerusalemme, raggiungendola con gli autobus. Dentro l’edificio prosegue la festa israeliana: il primo ministro Netanyahu ha rilanciato il post su Twitter del presidente Usa Trump dando il benvenuto alla delegazione americana a “Gerusalemme, la nostra capitale”

ore 13:55   Ministero della salute palestinese: 25 morti, 1.200 feriti

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L’inaugurazione dell’ambasciata Usa a Gerusalemme non passa inosservata. Come previsto, la tensione è sfociata in scontri fra palestinesi e soldati israeliani nella Striscia di Gaza lungo il confine con Israele. Il bilancio provvisorio è di 7 palestinesi morti e 500 feriti, tra cui 5 giornalisti. Una delle vittime è Anas Qoudeih, 21 anni, ucciso a est di Khan Younes, nel sud di Gaza. Un’altra è un ragazzo di soli 14 anni.

Diverse migliaia di palestinesi si sono radunati in diversi punti e piccoli gruppi di manifestanti hanno provato ad avvicinarsi alla frontiera, mentre cecchini israeliani sono posizionati dall’altra parte della barriera. I gruppi hanno lanciato pietre in direzione dei soldati, che hanno risposto con spari. Per limitare gli scontri, l’esercito israeliano ha sganciato volantini su Gaza avvertendo i cittadini che si esponevano a un rischio partecipando alle manifestazioni e che non avrebbe permesso di avvicinarsi alla barriera di confine, ai soldati o ai civili israeliani in territorio palestinese.

Il trasferimento della sede diplomatica Usa da Tel Aviv a Gerusalemme segue il riconoscimento della Città Santa come capitale di Israele da parte del presidente americano Donald Trump, avvenuto lo scorso 6 dicembre, e rischia di infiammare ulteriormente la situazione in Medioriente.

Dal 30 marzo la Striscia di Gaza è teatro della cosiddetta ‘Grande marcia del ritorno’, con l’obiettivo di chiedere il ‘diritto al ritorno’ per i rifugiati palestinesi e denunciare il blocco imposto da Israele a Gaza. In queste proteste 54 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco di Tel Aviv, mentre non sono stati registrati feriti israeliani.

L’inaugurazione dell’ambasciata Usa avviene in una data chiave: coincide con il 70esimo anniversario della creazione dello Stato di Israele. E domenica gli israeliani hanno cominciato a festeggiare: migliaia hanno marciato per le strade di Gerusalemme, alcuni sventolando bandiere Usa, per celebrare il ‘Jerusalem Day’, cioè la festività annuale di quella che lo Stato ebraico definisce la “riunificazione” della città a seguito della Guerra dei sei giorni del 1967. Israele occupò Cisgiordania e Gerusalemme Est nel 1967 e successivamente annesse Gerusalemme Est con una mossa mai riconosciuta dalla comunità internazionale. Ma martedì i palestinesi commemorano la ‘Nakba’, cioè la ‘catastrofe’ che per loro ha rappresentato la proclamazione di Israele, con l’esodo di oltre 700mila palestinesi fuggiti o espulsi dalle terre un tempo possedute, in coincidenza con la fondazione dello Stato di Israele nel 1948.

Israele considera sua capitale l’intera città di Gerusalemme, mentre i palestinesi vedono Gerusalemme Est come capitale del loro futuro Stato. Dal 1967 l’orientamento internazionale è stato che lo status della città va negoziato fra israeliani e palestinesi, ma Trump ha rotto con questa tradizione dichiarando Gerusalemme capitale di Israele. Secondo il tycoon togliere la Città Santa dal tavolo dei negoziati faciliterà il processo di pace, ma molti hanno sottolineato che il presidente Usa non ha annunciato alcuna concessione in cambio da parte di Israele.

La Press

14 maggio 2018

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