Alle radici delle guerre in Africa: etnie e democrazia


Laura Lotti


Con un’interessante analisi, frutto di uno studio accurato, il professor Robert Mudida dell’Istituto di Studi diplomatici e internazionali di Nairobi (Kenya) è intervenuto al 2° Forum Internazionale su “Conflitti, democrazia ed etnie in Africa”, svoltosi a Riccione nelle giornate del 4-5 giugno 2008, affrontando una questione di grande importanza e attualita’. Ecco alcune delle sue considerazioni.


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Alle radici delle guerre in Africa: etnie e democrazia

Lo stato africano nato dall’indipendenza ha fallito i suoi obiettivi. Le potenze coloniali avevano creato una solida gerarchia amministrativa nella quale le funzioni politiche e amministrative erano concentrate nelle mani di pochi. Con l’arrivo dell’indipendenza il potere e’ stato trasferito ad alcune elite indigene, impreparate per poter amministrare.

Sono saliti così al potere alcuni tra i piu’ abili: con tante idee e progetti in cantiere, pronte a entusiasmare il popolo. Molto rapidamente il sistema politico e’ diventato però autoritario. Così, in molti casi, lo stato africano post-coloniale si è fondato sugli stessi principi dello stato coloniale. Uno stato autoritario e antidemocratico.

Avere il potere in Africa e’ tutt’ora come avere tutto. Il capo decide a chi dar da mangiare. Così chi stava al potere decideva chi sfamare e dimenticava tutti gli altri. In questo modo i governi si sono trasformati in strumenti di corruzione, legittimati principalmente ad un solo gruppo etnico. La Guerra Fredda e’ stata un evento determinante per la sopravvivenza dei sistemi autoritari. Le grandi potenze dei due blocchi, est e ovest, hanno potuto manipolare i leader africani secondo i loro interessi, suddividendo il continente a sua volta in due blocchi distinti.

Dall’inizio degli anni ’90, l’Africa è stata attraversata da un’onda democratica suscitando molte speranze in tutto il continente. Al termine della Guerra Fredda, infatti, molti leader africani si erano indeboliti, avendo perso i loro sostegni fuori dal continente. Si era sperato che con la nuova democrazia liberale degli anni Novanta i leader sarebbero stati piu’ responsabili nei confronti dei cittadini, attivando contemporaneamente un processo di ricostruzione economica e sociale del loro paese. Questo, pero’, non si e’ verificato in gran parte del continente. Con le elezioni, diventate un momento atteso e decisivo per i cittadini africani, si è rimesso in gioco il futuro di ogni singola etnia. Le élite al potere hanno cercato, con ogni mezzo, di restare in carica scatenando una forte competizione fra etnie e provocando molti sanguinosi conflitti.

Ma cosa intendiamo quando parliamo di etnie? Alcuni sostengono che la definizione sia ambigua e che molto spesso faccia da “maschera” ai reali motivi che spiegano numerosi contesti politico-sociali. A volte e’ proprio cosi’, ma non si puo’ pensare che l’etnia sia solo una “maschera”. Le comunita’ etniche sono un pilastro fondamentale ed essenziale della struttura sociale africana e della sua storia. Una comunita’ etnica deve innanzitutto avere un nome: senza un nome la comunita’ non è riconosciuta. Secondariamente, i membri di un gruppo etnico devono sentire di avere antenati comuni. Gli antenati assumono un’enorme importanza. Sono loro i maggiori consiglieri e protettori di ciascuna comunita’ e di ciascun individuo. I membri di una stessa comunita’, essendo legati dai medesimi antenati, devono credere di aver condiviso esperienze storiche comuni fra loro. E’ inoltre fondamentale riconoscersi in un determinato territorio. Inutile dire che e’ essenziale che ognuno si senta parte della comunita’, e che tutti insieme si riconoscano come membri di tale.

Il dibattito sulle etnie ha visto lo sviluppo di due tesi: quella dei “Primordialisti” e quella degli “Strumentalisti”. I primi sostengono che le identita’ etniche hanno profonde radici storiche che cambiano difficilmente e lentamente nel corso del tempo. Gli “Strumentalisti” invece credono che le identita’ etniche siano soggette a frequenti evoluzioni e drammatici cambiamenti nella loro storia. Le élite politiche giocano un ruolo importante nel modellare le etnie secondo i loro interessi. Il termine “etnia” assume dunque una funzione strumentale, e questo e’ evidentemente negativo.

Sorge dunque una domanda: perché la democrazia non e’ riuscita a soddisfarre le richieste di tutti i gruppi etnici, riducendo gradualmente i conflitti? Una delle possibili risposte sta nel fatto che negli anni dell’indipendenza in Africa si e’ pensato troppo poco alle azioni necessarie per soddisfarre i bisogni dei cittadini. Istituzioni deboli basate su una politica ingiusta, centrata sugli interessi di piccoli gruppi, non hanno retto la prova della democrazia.

Il processo di democratizzazione dell’Africa non ha ancora portato alla creazione di un sistema istutzionale profondamente radicato. In Kenya, ad esempio, la Costituzione era stata emanata per costruire uno stato a piu’ partiti, ma questo e’ rimasto ancora strutturato essenzialmente come uno stato monopartitico. Le costituzioni africane, in realta’, non sono nate da un processo aperto e democratico che ha prestato grande attenzione alle aspirazioni della gente. Le elezioni multipartitiche hanno cambiato alcune élites al potere, ma hanno anche provocato nuovi conflitti. La societa’ civile africana sta crescendo e sta esercitando una importante pressione per una politica democratica. Ma molta strada deve essere ancora percorsa.

La democrazia e’ un valore morale fondato sull’aspirazione alla liberta’ e ad un migliore ordine sociale e politico. Deve essere un processo continuo che ha come obbiettivo la promozione di eguali diritti umani per tutti. Come pratica politica, la democrazia si riferisce ad una specifica maniera nell’organizzare ed esercitare il potere nel rispetto di determinate norme e principi universali.

La democrazia può dunque contribuire a migliorare la coesistenza etnica ma per raggiungere questo obbiettivo è indispensabile un forte cambiamento istituzionale che deve provvedere al decentramento del potere e delle risorse: un obiettivo per le societa’ multietniche in Africa. In questo modo gli inevitabili conflitti si risolverebbero differentemente da come accade oggigiorno. La sfida è naturalemente aperta.

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