AfPak, un narcostato tra due Paesi


Emanuele Giordana


Tra Afghanistan e Pakistan c’è un narcostato con due milioni di abitanti: sono i consumatori di oppiacei che abitano nei due Paesi asiatici.


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THIS PICTURE IS ONE OF 53 TOP IMAGES FROM THE AFGHAN CONFLICT AHEAD OF THE TENTH ANNIVERSARY OF THE WAR ON OCTOBER 7, 2011. 

Afghan men harvest opium in a poppy field in a village in the Golestan district of Farah province, in this May 5, 2009 file photo. Ten years ago, U.S. forces began bombing Afghanistan in retaliation against its Taliban rulers who refused to hand over the al Qaeda leaders responsible for the Sept. 11, 2001 attacks on the United States. Within weeks, the air strikes had helped Afghan opponents topple the Taliban, but in the decade since, the deposed Islamist fighters have returned to mount an ever more aggressive insurgency against an Afghan government backed by the United States and NATO. Since U.S. President Barack Obama took office in 2009, the U.S. force has tripled in size, but Washington and NATO now plan to begin withdrawing and to hand over responsibility for Afghanistan's security to Afghan forces by 2014.    REUTERS/Goran Tomasevic/Files    (AFGHANISTAN - Tags: CIVIL UNREST CONFLICT)

Tra Afghanistan e Pakistan c’è un narcostato con due milioni di abitanti: sono i consumatori di oppiacei che abitano nei due Paesi asiatici. Una cifra importante che si evince mettendo assieme le stime dell’Unodc sull’Afghanistan (un milione di dipendenti) e l’ultimo rapporto sull’uso in Pakistan stilato sempre dall’ufficio dell’Onu contro le droghe, il ministero per il controllo dei narcotici, governo e l’ufficio statistico di Islamabad. Nell’annunciare il rapporto, ieri nella capitale pachistana, si è preferito calcare la mano sostenendo che nel Paese esiste un esercito di 6,7 milioni di utilizzatori di droghe di cui 4,2 sono considerati tossicodipendenti. Ma il dato comprende anche i fumatori di hascisc e chi utilizza psicofarmaci o altre sostanze. Nondimeno due milioni di oppiomani ed eroinomani nell’AfPak resta un numero da prendere in seria considerazione anche perché il trend è in salita.

Il quadro di riferimento è una zona di produzione (e consumo) che coinvolge i due Paesi (come riportato in un rapporto precedente): e se l’Afghanistan produce tra il 60 e il 70% degli oppiacei del mondo (anni fa era il 90%), circa il 45% di questa produzione attraversa la frontiera col Paese confinante. E senza difficoltà,   perché sul confine col Pakistan si trovano 11 province afgane di cui sette producono oppio. In Pakistan il profilo del consumatore dice che ha tra i 15 e i 64 anni anche se i maggiori utilizzatori rientrano nella fascia 25-39. L’80% sono uomini.
Secondo il rapporto Thedrug use in Pakistan 2013 Survey Report gli eroinomani e oppiomani cronici sarebbero 860mila, oltre il 10% dei consumatori di droghe e poco più dell’1% della popolazione del Paese. I fumatori di hascish sono invece la maggioranza: viene consumato dal 3,6% della popolazione adulta, quindi circa 4 milioni di persone. Gli altri utilizzano vari altri tipi di droghe farmacologiche (psicofarmaci) o provenienti dal mercato illegale. Se la percentuale di tossicodipendenti non è così allarmante come in Afghanistan e Iran (circa il 3%), la diffusione dell’Hiv è importante e riguarda il 13% della popolazione (180 milioni di abitanti). Anche perché, avverte il rapporto, circa 430mila persone fanno uso di siringhe per iniettarsi gli stupefacenti, il più alto numero stimato nella regione.

I dati sull’Afghanistan sono stati riassunti a gennaio durante un incontro tra il ministro per il controllo dei narcotici Din Mohammad Mobarez Rashidi e il direttore di Unodc, Yury Fedotov. Quest’ultimo ha ricordato che in Afghanistan ci sono un milione tra oppiomani e eroinomani e che il 90% della produzione (in aumento) si trova in solo 9 delle 34 province afgane.

Fonte: http://emgiordana.blogspot.it
5 marzo 2014

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