Afghanistan, Rapporto Usa: contro al Qaeda solo commandos


il Manifesto


Ormai è troppo tardi per battere i taleban, la popolazione afghana percepisce le truppe straniere come occupanti e i 40.000 uomini di rinforzo chiesti dal generale Stanley McChrystal non farebbero che peggiorare la situazione.


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Afghanistan, Rapporto Usa: contro al Qaeda solo commandos

Ormai è troppo tardi per battere i taleban, la popolazione afghana percepisce le truppe straniere come occupanti e i 40.000 uomini di rinforzo chiesti dal generale Stanley McChrystal non farebbero che peggiorare la situazione. L’unica cosa da fare è ritirarsi, entro un anno e mezzo, parola del colonnello Daniel L. Davis. Veterano dell’Iraq e dell’Afghanistan, Davis sta facendo circolare a Washington le sue idee – raccolte in un documento di 63 pagine che riflette le sue analisi ma anche quelle di altri ufficiali che hanno servito a Kabul – proprio nei giorni in cui è in elaborazione la nuova stratega per la guerra in Afghanistan del presidente Barack Obama. «Molti esperti, afgani e reduci dall’Afghanistan, ritengono che la nostra presenza negli ultimi otto anni abbia già rafforzato in un’ampia porzione della popolazione l’idea che gli Stati Uniti siano un esercito d’occupazione al quale ci si deve opporre e resistere». Nelle ultime 48 ore sette militari statunitensi sono stati uccisi nel sud e nell’est del paese. Secondo Davis un numero massiccio di truppe diventa facile bersaglio della guerriglia. Davis propone quindi una strategia «Go deep» (andare in profondità), contrapposta alla «Go big» (andare in massa) proposta da McChrystal: il grosso delle truppe statunitensi e della Nato dovrebbe – secondo Davis – lasciare il paese asiatico entro 18 mesi. Resterebbero le forze speciali, che dovrebbero adottare un atteggiamento più aggressivo nei confronti dei taleban e di Al Qaeda. Nelle ultime settimane i media statunitensi hanno rivelato che, all’interno del gabinetto di guerra che sta erborando la nuova strategia, più d’una voce si è levata contro McChrystal e ora è possibile che, al posto dell’ennesimo «surge» prevalga un parziale dietrofront. 

Fonte: Il Manifesto

18 ottobre 2009

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