Domenica per la pace in Molise. In marcia ricordando Vittorio Arrigoni e Samuele Colavita


Primonumero


“Per i diritti umani, per la libertà e per i beni comuni”: si svolge oggi la sesta edizione della Marcia molisana per la pace sui tratturi.


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Domenica 22 settembre la Marcia della Pace prenderà il via da Campobasso alle ore 9 e, seguendo il percorso del Tratturo, si concluderà a Santa Maria della Strada. Un evento che per la sua VI edizione ha avuto la collaborazione proficua di numerose associazioni civiche, nonché il patrocinio della Provincia e del Comune di Campobasso, del Comune di Matrice e della Regione Molise.
Oltre a Il Bene Comune, L’Osservatorio Molisano sulla Legalità, Libera, Caritas, 1° Marzo, Emergency, Dalla parte degli ultimi, Unione degli Studenti, Agesci, Namastè, Malatesta, WWF, Uilpac –Molise, Legambiente, C.R.I e Falco, a sostenere l’iniziativa sono state anche le associazioni di categoria della Cgil Molise e la Confederazione italiana agricoltori. Un’idea che quest’anno sarà simbolicamente dedicata a Vittorio Arrigoni e Samuele Colavita, conterraneo e attivista della pace scomparso lo scorso anno.
La soluzione pacifica delle controversie internazionali, l’anticolonialismo, l’anti-imperialismo, l’autodeterminazione dei popoli, la gestione comune dei temi di pubblica utilità, la democrazia realmente partecipativa, la libera informazione, i temi ai quali la marcia è dedicata. E se in un simile momento, come ha ricordato Nicola Frenza dell’OML durante la presentazione dell’evento, è necessario guardare alla situazione drammatica della Siria «bisogna comunque essere sempre attenti a tutte le guerre, perché ognuna ha la stessa dignità delle altre».
«Come Libera abbiamo aderito alla manifestazione perché vogliamo ribadire la diversa visione della vita che abbiamo» ha, invece, sostenuto Franco Valente che, insieme a Sergio Sorella della Flc Cgil, ha voluto ricordare come sia importante, oggi più che mai, il tema della sofferenza degli immigrati e in generale del lavoro. «La marcia – ha proseguito Valente – è il simbolo di come vorremmo che l’economia abbandonasse la politica bellica per puntare tutto esclusivamente sulla particolarità del territorio e sul lavoro, vera chiave di svolta della dignità umana».
«Ecco perché – ha concluso percorriamo l’antico Tratturo, simbolo del nostro passato e soprattutto segno di riconoscimento di quello che sarà il nostro futuro».

Fonte: http://www.primonumero.it
19 settembre 2013

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