Le stragi dimenticate nell’Italia post elettorale
Alessandro Dal Lago
LAMPEDUSA. Un silenzio di tomba, è il caso di dire, è calato sui migranti di Lampedusa, sulle centinaia di persone approdate o salvate in mare in questi giorni.
LAMPEDUSA. Un silenzio di tomba, è il caso di dire, è calato sui migranti di Lampedusa, sulle centinaia di persone approdate o salvate in mare in questi giorni. Sfogliando le pagine web dei quotidiani, le notizie al riguardo o non si trovano o sono scivolate in fondo, tra immagini di sfilate di moda e storie di orsetti polari. E che dice il governo? Nulla, assolutamente nulla. Come se lo shock post-elettorale e l'incertezza sulla crisi avessero cancellato non solo l'esistenza delle informazioni, ma quella degli esseri umani alla ventura nel canale di Sicilia. Salvati da una motovedetta, due stranieri sono morti assiderati tra decine di compagni. E perché? Perché a bordo non c'erano medici.
Non c'erano medici perché era scaduta dal 2011 la convenzione con l'associazione che forniva l'assistenza sanitaria sulle motovedette. La convenzione scaduta dal 2011? Come mai il governo Monti, o chi per lui nella catena burocratica (vero, ministri Cancellieri, Di Paola ecc.?) non si è preoccupato di rinnovarla, tanto più che ogni primavera ricominciano gli sbarchi o gli arrivi dei migranti? Forse per mancanza di fondi? E allora perché non imbarcare medici militari? I miliardi di dollari per comprare i caccia F-35, che ora persino il Pentagono vuole scartare, si sono trovati, ma poche decine o centinaia di migliaia di Euro per assistere in mare i migranti, questo no. Così è la crisi, signori.
Nel frattempo si moltiplicano le segnalazioni sul rimpatrio coatto dei minori, una misura illegale da sempre praticata in Italia . Ci eravamo illusi che con il ritorno di Maroni ai suoi giochetti padani lo stato manifestasse un minimo di sollecitudine verso gente che scappa da paesi in fiamme, in piena guerra civile o oppressa dalla carestia o da una povertà ben più paurosa della nostra. Ma no, al razzismo dichiarato sono subentrati indifferenza e silenzio.
Un tempo, che migliaia di persone rischiassero la vita per avere una chance in questa maledetta Europa provocava l'ostilità aperta della Lega e del Pdl e quella a denti stretti di gran pare dell'arco politico. Beppe Grillo, oggi salutato da alcuni come vendicatore di una sinistra umiliata, scrisse qualche anno fa di «sacri confini della patria» violati da rumeni e orde di poveracci in marcia verso l'Italia. Poi nulla. Nel non-programma del non-movimento a 5 stelle non si trovano tracce della questione. Forse per non creare ulteriori divisioni nelle diverse anime del popolo grillino. Eppure, nonostante la crisi politica abbia oscurato tutto – dalla situazione delle carceri all'inesistenza politica dell'Italia sulla scena internazionale – la realtà è sempre lì a gridare inascoltata.
C'è qualcosa di orrendo nel modo burocratico in cui l'umanità, in questo Paese, viene calpestata e la verità negata. Berlusconi è andato a bombardare Gheddafi, dicendo di non volerlo fare. Ce ne andiamo alla chetichella dall'Afghanistan, di cui nessuno parla più. La sorella di Giuseppe Uva, morto in ospedale dopo aver passato la notte in una caserma, viene indagata per diffamazione dei carabinieri. I responsabili della vergognosa piazzata sotto la finestra della madre di Aldrovandi vengono stigmatizzati da tutti – tranne che dal mitico Giovanardi -, ma «non verranno presi provvedimenti disciplinari nei loro confronti» (Cancellieri). Che dunque i migranti muoiano in mare per una convenzione non firmata non dovrebbe sorprendere nessuno. È l'ennesima manifestazione della tenebra in cui questo Paese è immerso.
Fonte: Il Manifesto
2 aprile 2013