Olimpiadi con il bavaglio


Articolo 21


La British Olympic Association, secondo quanto riporta il Mail on Sunday, mette una condizione per la partecipazione degli atleti britannici che si qualificheranno per le Olimpiadi: dovranno impegnarsi a non sollevare mai


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Olimpiadi con il bavaglio

Vietato parlare dei diritti umani in Cina durante le Olimpiadi. Pechino sta trovando formidabili alleati nei massimi organi sportivi dei Paesi occidentali. E’ da brivido la decisione della British Olympic Association, secondo quanto riporta il Mail on Sunday : gli atleti britannici che si qualificheranno per le Olimpiadi dovranno impegnarsi a non sollevare mai – con interviste, dichiarazioni o altro – la questione dei diritti umani in Cina.

Non si tratta di una semplice raccomandazione: è stato messo a punto una sorta di contratto da far sottoscrivere agli atleti. Tra le clausole ce n’è una che prevede il “bavaglio” sulla situazione dei diritti umani. Chi non volesse firmare, libero di farlo, ma resterà a casa rinunciando alle Olimpiadi.

La decisione – che speriamo sollevi una valanga di proteste in Gran Bretagna e che sia ritirata – evoca un cupo precedente: il diktat del 1938 quando a Berlino il Comitato Olimpico chiese alla squadra di calcio britannica di fare il saluto nazista.

Ma il problema del rispetto dei diritti umani in Cina e del ruolo che Pechino gioca quale alleato strategico di governi rei di atrocità come Birmania e Sudan chiama in causa anche l’Italia, in vista della partecipazione dei nostri atleti alle Olimpiadi e del ruolo dei giornalisti che seguiranno l’evento.

di Alessandra Mancuso

FONTE: Articolo 21

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