Ciad: i ribelli dicono no all’invio di truppe di pace dell’UE


La redazione


Si calcola che dall’inizio di febbraio circa trentamila persone siano fuggite dal Ciad. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati continua il suo lavoro: in Camerun quarantacinquemila tonnellate di aiuti umanitari per i profughi.


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Ciad: i ribelli dicono no all'invio di truppe di pace dell'UE

11 febbraio 2008 – Si aggrava la situazione in Caid dove le forze ribelli hanno chiesto all'Unione europea di non inviare truppe di pace nel Paese. In un comunicato, hanno dichiarato di non credere alla neutralita' della forza di pace dell'Unione europea. 'L'alleanza dell'opposizione armata – si legge nella nota dei ribelli – non crede piu' nella neutralita' di una forza essenzialmente composta da truppe francesi e la cui direzione e' affidata dalla Francia'.

Nel frattempo sale il numero di rifugiati che dal Ciad fuggono verso il Camerun.

Lo scorso 8 febbraio un aereo cargo Ilyushin-76 dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), con a bordo 45 tonnellatearr di aiuti umanitari, è atterrato a Garoua, a 800 chilometri a nord di Yaounde, in Camerun. Si tratta del primo de i due voli organizzati dall’UNHCR per recapitare scorte umanitarie per 14mila persone. Il cargo trasporta teli di plastica, coperte, taniche e kit da cucina che verranno poi trasferiti per mezzo di camion a Kousseri per assistere migliaia di rifugiati ciadiani fuggiti dalla capitale N'Djamena da sabato scorso. Il secondo volo è in programma per il weekend e trasporterà altre 45 tonnellate di aiuti umanitari.

Si calcola che dall’inizi di febbraio circa 30mila persone siano fuggite da N'Djamena per trovare rifugio nell’area di Kousseri, sull’altra sponda del fiume Chari. Nel corso degli ultimi due giorni, il personale dell’UNHCR presente sul posto ha rilevato molti spostamenti attraverso il confine nell’una e nell’altra direzione, ma al momento è troppo presto per dire se i rifugiati stiano tornando in Ciad permanentemente. Alcune persone attraversano il confine per passare la giornata a N'Djamena e controllare le proprietà, ma poi ritornano a Kousseri per pernottare. Altre persone sono tornate a N'djamena, ma hanno lasciato le proprie famiglie a Kousseri.

Ad oggi l’UNHCR conta 16 operatori a Kousseri. L’Agenzia ha iniziato ad allestire strutture di emergenza nel centro di transito di Madana, vicino al ponte che collega il Ciad con il Camerun. Attualmente il centro ospita da 7 a 10mila rifugiati ciadiani. Lo scorso 8 febbraio, insieme alla Croce Rossa, l’UNHCR ha iniziato la realizzazione di servizi igienici nel centro di transito. Inoltre, in collaborazione con il Programma Alimentare Mondiale (WFP), l’UNHCR sta effettuando una distribuzione di scorte alimentari per 30mila persone. Le razioni contengono fagioli, riso e olio da cucina.
Prevista anche una distribuzione di aiuti umanitari fra cui coperte, taniche d’acqua, secchi e sapone. Questi aiuti sono distribuiti ai rifugiati che si trovano nel campo di Madana ed altri ospitati in alcune scuole in città.

A Kousseri l’UNHCR coordina l’assistenza umanitaria per i rifugiati ciadiani, in collaboraione con il WFP, il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF) ed altre agenzie fra cui la Federazione Internazionale della Croce e della Mezzaluna Rossa, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e Medici Senza Frontiere.

A N'djamena il personale locale dell’UNHCR rimasto nella capitale sta cominciando a raccogliere le tende dell’Agenzia sottratte dai magazzini e successivamente abbandonate dai ladri nelle strade. L’ufficio dell’UNHCR non è stato danneggiato.

Nel Ciad orientale l’UNHCR e le organizzazioni partner continuano a fornire protezione ed assistenza a 240mila rifugiati sudanesi che si trovano in dodici campi, e a 180mila sfollati interni ciadiani. L’UNHCR mantiene il personale essenziale nella propria base operativa di Abeche e negli altri sei uffici in zona.
Nei campi è stata condotta una distribuzione alimentare e i consigli dei rifugiati vengono regolarmente informati sull’evolversi della situazione.

L’Agenzia esprime tuttavia preoccupazione per l’improvviso emergere di episodi di banditismo nei campi rifugiati che la settimana scorsa hanno portato all’uccisione di due poliziotti di guardia a Farchana e Bahai. L’ultimo incidente è avvenuto giovedì passato, quando un poliziotto nel campo di Oure Cassoni a Bahai è stato ucciso con un colpo di arma da fuoco da due sconosciuti che stavano cercando di rubare un auto. Sembra che lo scopo principale delle incursioni dei banditi sia proprio il furto di automezzi.

Al fine di garantire il tranquillo svolgimento delle operazioni ed evitare che si esauriscano le scorte nella parte orientale del paese è necessario programmare un ponte aereo fra Abeche, N'Djamena e la regione.

Nonostante le difficoltà provocate dal recente conflitto, nel sud del Ciad l’UNHCR sta fornendo assistenza a 7.400 persone arrivate recentemente dalla Repubblica Centrafricana. I rifugiati saranno presto trasferiti in uno dei quattro campi del Ciad meridionale, dove sono già ospitati circa 45mila centrafricani.

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