Siria, lo stupro come arma di guerra


NEAR EAST NEWS AGENCY


L’allarme lanciato dall’Ong IRC: “La violenza sessuale sistematica da parte di esercito e ribelli contro le donne è la principale causa della fuga di 600mila rifugiati”.


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donnapiange

Lo stupro come arma di guerra. È l’allarme lanciato oggi dal rapporto “Siria: una crisi regionale”, redatto dall’International Rescuee Committee: lo stupro sistematico di donne e bambine è la principale causa dietro la fuga di oltre 600mila siriani, rifugiati in Turchia, Iraq, Giordania e Libano.

“Moltissime donne e ragazze – si legge nel rapporto – raccontano di aggressioni in pubblico o nelle loro case, da parte di uomini armati. Gli stupri, spesso ad opera di gruppi, si verificano di fronte agli altri membri della famiglia”. L’IRC riporta inoltre di numerosi casi di rapimenti, stupri ed omicidi di donne siriane da parte sia dei gruppi ribelli che delle forze governative.

Il timore di molte donne, secondo l’IRC, è quello di venire uccise o punite dalle proprie famiglie per salvaguardare l’onore, macchiato dalla violenza sessuale. Nel rapporto, l’associazione chiede aiuto per affrontare la crisi umanitaria che sta colpendo la Siria e i campi profughi stabiliti nei Paesi confinanti: “I livelli dell’attuale assistenza sono drammaticamente insufficienti a rispondere ai bisogni concreti”.

Nei campi profughi mancano cibo, acqua, coperte ed elettricità, oltre ad un’assistenza medica efficace. Stesso dicasi della Siria, dove le Nazioni Unite, attraverso l’agenzia World Food Program, si sono dette incapaci di assistere i milioni di civili che necessitano di aiuti umanitari: “La fine della guerra civile – avverte l’IRC – non porterà necessariamente alla fine delle violenze settarie, anzi, la violenza potrebbe aumentare. La riconciliazione e la transizione politica sono processi che potrebbero richiedere anni”. Nel frattempo, i siriani continuano a morire e a fuggire dalle proprie case.

Fonte: http://nena-news.globalist.it
14 gennaio 2013

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