Di Paola taglia i militari pensando a Finmeccanica


Antonello Ciavarelli - CoCeR


Circa 30.000 militari in “pre-pensionamento” nell’arco di dieci anni. Il Cocer Interforze chiede di esercitare quel ruolo negoziale, riconosciuto per legge, al fine di partecipare alla stesura dei decreti applicativi discendenti.


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dipaola
Come è noto, il 6 novembre u.s., dopo l’approvazione al Senato, il ddl delega sulla “riforma dello strumento militare ” è approdato alla Camera. Chi ha ascoltato via web l’intervento del Ministro Di Paola che ha preceduto le votazioni, avrà dedotto che verranno avviati circa 30.000 militari, in “pre-pensionamento” nell’arco di dieci anni.
Ciò avverrà lasciando invariati i bilanci, e ponendo a carico della comunità questi dipendenti della Difesa non più in servizio. Si legge che si vuole spostare il bilancio dalla attuale divisione del: 70% al personale, 18% sugli investimenti, e 12 % per l’esercizio, alla futura divisione rispettivamente 50%, 25% e 25%. Fatti i conti “della serva”, se il bilancio della Difesa ammonta a circa 14 miliardi di euro annui, ci potrebbero essere a regime circa 1.820.000.000 di euro per l’esercizio e 980.000.000 di euro in più per gli investimenti (cioè gli armamenti). Questo oltre il 1.300.000.000 di euro annui allocati annualmente dal ministero dello Sviluppo Economico ed escluse le spese di missioni internazionali.
Come conseguenza naturale, c’era da aspettarsi che qualche associazione (vedasi peacelink o il coordinamento “tavola per la pace”) stia evidenziando come, in un momento di sacrifici da parte degli italiani, sia anacronistico caricare sulle spalle dei contribuenti le spese per gli investimenti. Vi è inoltre da considerare che il patrimonio umano della Difesa, in questi anni ha comunque dato tanto alla Nazione, non solo in termini di missioni all’estero ma anche di Protezione Civile, operazioni di “strade sicure”, “strade pulite”, ricerca e soccorso dei naufraghi in mare nel canale di Sicilia, con le navi della Marina Militare etc.
Il Cocer Interforze si è posto di fronte al ddl in questione, con una prospettiva costruttiva. Tra l’altro, ha chiesto di esercitare quel ruolo negoziale, riconosciuto per legge, al fine di partecipare alla stesura dei decreti applicativi discendenti. Con chi si può trattare il fatto che ci sia bisogno di determinate risorse, ad esempio per gli equipaggiamenti, per la formazione, per le indennità accessorie? Gli straordinari ad esesmpio sono oramai un vecchio ricordo per la maggioranza dei Sottufficiali e Graduati, che continuano a svolgerli nonostante si dica che ci siano gli esuberi. Perché pensare di trasferire uomini in altre amministrazioni, senza spiegare in che modo, visto che la Guardia Costiera ad esempio (dipendente dall’Amministrazione Trasporti) avrebbe bisogno di personale per i servizi di istituto?
L’attività logistica a bordo delle navi andrebbe rivista. Probabilmente i servizi di cerimoniale non ci potrebbero essere più. La diminuzione dell’equipaggio, infatti, non comporta la diminuzione dei servizi di manovalanza.
Il personale ha il diritto di vedere questi argomenti concertati, con la dignità di parte sociale delle proprie rappresentanze.
Quando è stata chiesto ciò, al Ministro Di Paola, nella riunione dell’8 novembre u.s., quest’ultimo ha risposto che egli è una persona sempre disponibile all’ascolto, ma comunque alla fine decide lui quindi, non ci sarebbe bisogno di inserire nella norma il ruolo negoziale delle Rappresentanze. È stata evidenziata l’importanza di tale questione in considerazione che tra qualche mese il Governo cambierà, ma il ministro ha risposto che chi gli subentrerà sarà sicuramente migliore. Allo stesso modo, tutto ciò è stato rappresentato anche alla commissione difesa della Camera durante una audizione informale lo scorso 20 novembre.
In tale contesto gli interventi del Cocer sono stati degli importanti approfondimenti, di proposte di emendamenti al ddl in esame, presentati e unanimamente condivisi. Cosa strana è stata che nel proprio ruolo critico il Cocer è stato audito in maniera “informale” dalla Commissione Difesa, mentre al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che naturalmente difendeva tale provvedimento, è stata concessa viceversa una audizione “formale”, cioè video-registrata e stenografata resa disponibile al pubblico sui siti istituzionali.
Eccenzion fatta per qualche deputato, che è stato applaudito dai delegati per avere criticato il provvedimento, la maggioranza dei parlamentari e dei partiti sembrano compatti nel mantenere invariato il provvedimento. Dispiace che tale provvedimento, con tutte le sue incertezze sia imposto ai militari, anziché condiviso con loro.
Il Ministro della Difesa, al termine del suo discorso al Senato, ha citato l’importanza nazionale di aziende come Finmeccanica, Fincantieri e dei loro 70.000 dipendenti, che troverebbero ristoro da questa manovra. Farebbe piacere se potesse esprimere la stessa considerazione al Cocer, nel suo prossimo discorso alla Camera, accogliendo e tenendo conto di un lavoro costruttivo svolto con lo stile e il garbo proprio dei militari. Tale considerazione viene fortemente attesa da tutti, in particolare da colui che ha vissuto la nostra stessa vita e condiviso gli stessi valori, per oltre 40 anni e fino a pochi mesi fa, prima di diventare Ministro della Difesa.

Fonte: http://www.grnet.it
29 novembre 2012

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