La scuola di gomma di Khan El Ahmar
Tavola della pace
L’appello di Abu Kamis, capo della comunità beduina di Khan El Ahmar, di costruire una scuola, è stato accolto da alcune associazioni di volontariato. La scuola di gomma – costruita con vecchi copertoni – ora è a rischio
I beduini di Khan El Ahmar vivono sulla propria pelle il paradosso di questa terra di assurdi. Da anni gli israeliani cercano di spostarli dal territorio in cui vivono con i loro greggi spedendoli in un altro deserto. Motivo: il vicino insediamento israeliano intende espandersi e fa di tutto per allontanare la comunità beduina utilizzando anche forme di angherie davvero squallide. Ad esempio tutti i liquami dell’insediamento vanno a finire davanti al villaggio. Dove tuttavia non arriva la corrente elettrica che serve l’insediamento.
Sino a tre anni fa i bambini della comunità frequentavano la scuola a 5 chilometri di distanza e per accedervi dovevano attraversare i posti di blocco e soprattutto importanti arterie stradali con tutti i rischi conseguenti. Da qui la richiesta della comunità e del suo capo, Abu Kamis di costruire una scuola nel villaggio. L’appello viene accolto da alcune associazioni di volontariato. La struttura viene chiamata Scuola di Gomma perché è costruita all’esterno con pneumatici di macchine usate e fango mentre all’interno una particolare struttura ecosostenibile di legno la isola rendendola fruibile sia d’estate (dove da maggio a settembre ci sono 50 gradi) che d’inverno quando piove in continuazione e tutto diventa fango.
Non solo i servizi educativi sono migliorati in questi anni grazie alla cooperazione italiana ma anche quelli sanitari. Due suore comboniane girano per i villaggi dei beduini a bordo di una “clinic mobile” donata dalla città di Bari ed hanno coinvolto in questa avventura medici ed infermieri sia palestinesi che israeliani. Ma nulla è normale in questa terra: Israele ha ordinato il primo stop ai lavori poco prima che si concludessero. Seppure a fatica i lavori proseguono ma pochi mesi dopo l’inaugurazione arriva la sentenza della Corte Suprema israeliana che ordina di spostare tutta la comunità. La scuola di gomma è stata finanziata anche dalla Comunità europea e dalla Cooperazione italiana che oggi – come ci ha detto il console Cantini incontrato durante un convegno sulle primavere arabe – sta continuando a fare pressione su Israele perché receda dalla decisione di spostare la comunità di Khan El Ahmar. Che senso può infatti avere pagare la costruzione di una scuola e poi tacere se gli alleati israeliani la distruggono? Già, che senso ha?
Aluisi Tosolini, dirigente scolastico del Liceo “Bertolucci” di Parma