Non facciamo di tutta un’ “Erba” un fascio


Giuseppe Giuletti - articolo21.org


"Non ci convince il fastidio e persino l’arroganza con le quali taluni direttori e conduttori hanno replicato alle pacate osservazioni formulate da qualche magistrato e relative alla spettacolarizzazione di alcuni processi" ecco il commento di Giuseppe Giulietti.


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Non facciamo di tutta un’ “Erba” un fascio

Non ci convince il fastidio e persino l’arroganza con le quali taluni direttori e conduttori hanno replicato alle pacate osservazioni formulate da qualche magistrato e relative alla spettacolarizzazione di alcuni processi, con evidente riferimento a quello di Erba. Molti di quelli che hanno manifestato “commozione e devozione” per le recenti parole del Papa in materia di media e di etica pubblica, hanno già archiviato quelle riflessioni e si preparano al grande evento “acchiappascolti”. Siamo sempre stati contrari a qualsiasi forma di censura e tanto meno ci convince la via disciplinare al giornalismo fatta di minacce, e inasprimento delle sanzioni. Questa via non ci piace né quando viene indicato da un esponente del centro sinistra né quando viene indicata da Silvio Berlusconi a proposito delle intercettazioni. Per quanto ci riguarda questa scelta vale sempre. L’ultima decisione, anche nel caso del processo di Erba, spetta comunque ai direttori.
A nostro avviso, quanto sta accadendo, specialmente intorno al processo di Erba che rischia di essere trasmesso a reti semi unificate, meriterebbe tuttavia una pubblica riflessione da parte di tutti i protagonisti, dalla magistratura all’informazione. E’ amaro constatare come tre delitti, per quanto clamorosi, possano riempire e perfino stravolgere gli intoccabili palinsesti mentre per portare all’attenzione grandi questioni collettive quali la moratoria sulla pena di morte, le grandi vicende internazionali o le cosiddette morti bianche, sia invece necessario occupare corridoi di viale Mazzini o attendere la sanguinosa strage che si è consumata a Torino. Sarebbe il caso invertire la rotta e ci auguriamo che ci sia qualche direttore, giornalista, caporedattore che voglia rompere questo clima da pensiero unico. Non è un appello a cancellare qualcosa o qualcuno dal video ma a far sì che altre grandi questioni abbiamo almeno la stessa rilevanza.


Fonte: Articolo 21

27/01/2008

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