Prodi non è caduto per ciò che non ha fatto ma per ciò che aveva iniziato a fare


Giuseppe Giuletti - articolo21.org


Giuseppe Giulietti sul governo Prodi: "Articolo21 non ha mai fatto mistero delle sue critiche e delle sue rivendicazioni nei confronti del governo su ritardi relativi alle materie che più ci riguardano".


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Prodi non è caduto per ciò che non ha fatto ma per ciò che aveva iniziato a fare

La mancata risoluzione del conflitto di interessi, la mancata approvazione della riforma Gentiloni, l’assetto dei media, la Rai… Speravamo di esserci sbagliati, di aver urlato alla luna e invece e’ assai probabile che la prossima competizione elettorale si possa svolgere non solo con una “legge porcata” in materia elettorale ma con le “leggi porcate” in materia di comunicazione.
Purtroppo una grande questione democratica e’ stata derubricata per l’ennesima volta ad una questione degli addetti ai lavori, dimenticandosi che l’Italia aveva conquistato la maglia nera in Europa assegnatagli dalle principali organizzazioni che si occupano di liberta’ d’informazione. E’ assai probabile che, con una eventuale vittoria di Berlusconi, si possano ricreare le condizioni di questa vergogna e di quello che fu definito un regime mediatico. Inutile far finta di non saperlo.

Proprio perche’ abbiamo manifestato queste critiche in modo netto e radicale, quando andava fatto, trovando peraltro scarsissima udienza nell’intero quadro politico, torniamo tuttavia a ribadire, dopo aver visto l’orrendo spettacolo di ieri, che il governo Prodi non e’ caduto per quello che non ha fatto ma per quello che ha fatto e aveva cominciato a fare, esattamente come ha detto il presidente del Consiglio. E’ caduto perche’ aveva ritirato le truppe dall’Iraq, perche’ in politica internazionale aveva lavorato per una maggiore autonomia dell’Europa, e’ caduto perche’ aveva cominciato a far pagare le tasse, e’ caduto perche’ aveva colpito alcuni intoccabili, basti pensare alla vicenda della Guardia di Finanza, e’ caduto perche’ si era rifiutato di travolgere quello che restava dell’autonomia della giustizia e perche’ alcuni poteri non del tutto trasparenti avevano gia’ decretato la sua condanna a morte In ogni caso, siccome non ci associamo a quelli che amano dare i calci ai perdenti, vogliamo comunque ringraziare Romamo Prodi e molti dei sui ministri che hanno provato a lavorare in modo serio e con uno stile diverso, che presto sara’ rimpianto. A partire dal ministro Gentiloni.

A quegli amici compagni che dicono che nulla cambiera’, che destra e sinistra sono uguali, ci permettiamo di ricordare un solo piccolo aneddoto: con il precedente governo, Biagi, per fare un solo nome fu accompagnato alla porta e cacciato. Quando insieme alle figlie di Biagi Articolo21 ha dedicato la seta al grande giornalista, Prodi, che era all’estero, ha trovato il tempo per venire a salutarlo. Abbiamo la sensazione che questi gesti, nel futuro, saranno sempre piu’ rari e quelli che adesso si fregano le mani o fingono di non vedere si renderanno conto meglio.

Non sappiamo quale evoluzione avra’ la crisi e non abbiamo certo noi suggerimenti da dare al presidente Napolitano. Vorremo solo ricordare a tutti che qualora mai si dovesse realizzare un governo per riformare le regole del gioco a partire dalla legge elettorale, sarebbe bene che quel governo considerasse parte delle regole del gioco almeno l’immediata approvazione di una riforma della Rai che mettesse fuorigioco ogni governo e partito. Ci rendiamo conto che puo’ sembrare una pazzia ma noi non rinunceremo ne’ oggi ne’ domani a sostenere questa posizione, a prescindere dai governi e dalle maggioranze.

Per questo insieme a molte altre organizzazioni abbiamo rilanciato il comitato per la liberta’ di informazione, di cui avvertiamo il bisogno, oggi piu’ che mai.

Fonte: Articolo21

25 gennaio 2005

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