Afghanistan: assalto sul lago
Emanuele Giordana - Lettera22
L’ultimo attacco dei talebani. Sul lago Qargha, luogo di villeggiatura alle porte della capitale.
Il comandante Nato in Afghanistan, il generale John Allen, non ha dubbi: l'assedio all'albergo fuori Kabul che ieri ha tenuto in ostaggio per mezza giornata l'edificio sul lago alle porte della capitale, porta la firma della Rete Haqqani, la fazione più radicale dei talebani. A loro va imputato l'ennesimo attacco della guerriglia e un tragico bilancio di una ventina di morti. Alla dichiarazione dà grande rilevo la stampa pachistana perché gli Haqqani, famiglia ex mujaheddin passata ad Al Qaeda, è considerata un'emanazione dei servizi segreti – più o meno deviati – di Islamabad. In un momento di grave tensione tra Usa e Pakistan, sono la ciliegina sulla torta.
Per ora in realtà, è presto per dire chi sta dietro l'ultima sfida, dopo l'assalto alla “zona verde” e al parlamento del maggio scorso compiuti da commando asserragliatisi in edifici in costruzione, che hanno tenuto in scacco la capitale per quasi 24 ore. Questa volta la cosa si è risolta più rapidamente, anche perché l'hotel Spozhmai, sulle rive del lago artificiale di Qargha, luogo di villeggiatura alle porte della capitale sulla strada per Paghman, si trova in un sito aperto e facilmente espugnabile nonostante a pagare in termini di vite umane siano stati almeno una quindicina di civili. Il commando “talebano” (l'azione è stata rivendicata come del resto avviene per qualsiasi episodio guerrigliero) era formato da quattro-sette uomini che hanno preso in ostaggio, dopo aver ucciso le guardie all'ingresso del resort, una quarantina di persone facendone fuori almeno una dozzina.
Secondo fonti talebane, l'hotel è stato scelto perché luogo turistico per afgani abbienti che bevono alcool e usano prostitute ma, se l'albergo è meta di locali in buona salute finanziaria, la località è soprattutto frequentata da famiglie che, specie al venerdi, vanno a gustarsi frescura e meloni. I talebani dicono però di aver risparmiato “civili innocenti”. Il fatto più evidente è che l'albergo è un obiettivo facile ed esposto. Un segno di debolezza forse, dopo che la capitale, blindata per un recente summit, si aspettava un attacco giorni fa quando Kabul era piena di ministri e funzionari da diversi paesi del mondo.
Fonte: http://www.lettera22.it
23 Giugno 2012