Colloqui Siria-Cina: vacilla cessate il fuoco
NEAR EAST NEWS AGENCY
Il ministro degli esteri Walid Muallin è stato ricevuto stamani dal suo omologo cinese. Pechino conferma sostegno a Damasco ma vuole passi concreti sul terreno. Mosca intanto accusa «forze esterne» di lavorare contro la tregua.
La Cina conferma il suo appoggio a Damasco ma, dietro le quinte, chiede un maggior impegno del regime del presidente Bashar Assad a sostegno del cessate il fuoco entrato in vigore una settimana fa. Le pressioni degli Usa e dell’Ue sulla Cina sono sempre piu’ forti e Pechino e’ costretta a manovrare. «Oggi possiamo scambiarci opinioni, in modo approfondito, sulla situazione in Siria», detto il ministro degli esteri cinese Yang Jiechi all’inizio del colloquio con Muallim. Il capo della diplomazia di Pechino ha definito di «grande importanza» la visita di Muallim e sottolineato come l’arrivo del suo omologo siriano rientri nell’impegno della Cina, in contatto con il governo di Damasco e le opposizioni, per promuovere la «riconciliazione in Siria attraverso i negoziati».
Vacilla intanto il cessate il fuoco entrato in vigore il 12 aprile. Ieri, secondo attivisti anti-Assad, decine di persone sarebbero rimaste uccise in Siria in una nuova giornata di violenze. Gli oppositori aggiungono che oggi sono ripresi i bombardamenti sui quartieri ribelli di Homs. Prosegue percio’ tra difficoltà crescenti la missione degli osservatori dell’Onu inviati proprio per verificare il rispetto del cessate il fuoco e che ieri hanno visitato la città di Deraa.
Da parte sua il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov – che ieri ha incontrato il rappresentante dell’opposizione interna siriana Haitham Manna – ha accusato «forze esterne» di minare gli sforzi di pace armando i ribelli, che «continuano ad attaccare sia le infrastrutture governative sia quelle civili». Anche il movimento sciita libanese Hezbollah, alleato della Siria e dell’Iran, ha accusato gli Usa e Israele di «volere la guerra civile» e ha invitato l’opposizione siriana ad accettare un dialogo con Assad. La ragione è che il presidente siriano «ha servito la causa palestinese molto bene», ha notato il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, nella sua prima intervista dopo sei anni, nella prima puntata di un programma del fondatore di Wikileaks, Julian Assange, per la tv ‘Russia Today’.
Fonte: nena-news.globalist.it/
18 Aprile 2012