Parla il sopravvissuto: Homs come Srebrenica


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Il fotografo ferito e fuggito da Homs parla di un massacro indiscriminato e sistematico. La Croce Rossa aspetta di poter entrare e la gente fugge a piedi in Libano.


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Parla il sopravvissuto: Homs come Srebrenica

48 anni, fotografo di guerra, da dieci anni operativo in tanti conflitti, Conroy ha detto alla Bbc di non aver mai visto nulla di simile a quello di cui è stato testimone a Bab Amro, il quartiere di Homs assediato e bombardato dall'esercito siriano. "L'ospedale dove sono curato era un salottino con annessa attigua cucina. I medici raccoglievano le poche medicine che si trovavano in giro e ci curavano come potevano. Ogni tanto sentivo dire, 'ne abbiamo altri dieci'. Non ci sono obiettivi militari a Bab Amro, è solo un sistematico bombardamento teso all'eliminazione della popolazione civile. Quello che ho visto per giorni è paragonabile al Rwanda, o a Srebrenica. Quando avranno finito ad Homs passeranno ad occuparsi di altri villaggi, di altre città, e lì non ci saranno televisioni, non ci saranno immagini. Sarà il completamento di una pura e semplice carneficina. E tra dieci anni la comunità internazionale leggerà i documenti delle inchieste e si domanderà come sia stato possibile".

I fatti sembrano dargli ragione. Mentre il convogio della Croce Rossa attende ancora l'autorizzazione del regime per poter entrare a Bab Amro, la famigerata quarta divisione corazzata, quella guidata dal fratello di Bashar, Maher, ha cominciato a bombardare un altro centro siriano, Rastan.

Intanto migliaia di siriani fuggono nel vicino Libano. Arrivano a piedi, con qualche materassino. E raccontano quel che racconta Conroy. Una donna dice come è stato ucciso a sangue freddo suo figlio, un'altra ricorda la sua bambina.

Fonte: http://ilmondodiannibale.globalist.it
6 Febbraio 2012

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