Missioni all’estero, oggi il sì del Senato


Giordano Stabile


E’ slittato a questa mattina il voto dell’aula sul decreto per il rifinanziamento delle missioni militari di pace all’estero, ma il Pd voterà con la maggioranza. Rientra il dissenso leghista.


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Missioni all'estero, oggi il sì del Senato

Sono slittati a questa mattina, alle 9,30 in Senato, la discussione e il voto sul rifinanziamento delle missioni all’estero. L’approvazione si doveva concludere ieri, con l’accordo sostanziale tra maggioranza e opposizione, e il sì, sofferto, anche della Lega. Ma un emendamento introdotto dal Carroccio, sull’allentamento delle regole sulle armi da guerra, ha fatto rinviare la conclusione dell’iter, anche se già ieri mattina la commissione Difesa del Senato aveva dato il via libera al provvedimento. Come era stato proposto dalle opposizioni, sono stati assegnati 16 milioni di euro in più alla cooperazione internazionale. Sui 16,5 milioni di euro richiesti, 8 milioni sono finanziati subito mentre gli altri 8,5 verranno trovati nella prossima finanziaria.

La copertura degli importi sarà garantita dal bilancio del ministero degli Esteri. Una soluzione che alla fine ha convinto anche il Pd. «Non è esattamente quello che volevamo ha commentato il capogruppo democratico Anna Finocchiaro -. Ma la voce della cooperazione internazionale è stata parzialmente risparmiata. Voteremo a favore». Sì, scontato, anche degli altri partiti di opposizione appartenenti al Terzo Polo. «Non faremo mancare il nostro appoggio – ha spiegato Giampiero D’Alia dell’Udc -. È un modo per onorare i caduti». Il Senato ha osservato un minuto di silenzio per la morte del caporal maggiore David Tobini, ucciso lunedì a Bala Murghab, 41˚ caduto italiano. Perdita che fa ribadire il «no» all’Italia dei Valori. Antonio Di Pietro parla di «violazione» della Costituzione.

«Denunciamo la violazione dell’articolo 11, che vieta all’Italia di fare la guerra – ha detto il leader dell’Idv -. Ma denunciamo soprattutto le responsabilità di questo governo che a parole dice che non ha più senso stare in Afghanistan e nei fatti continua a rifinanziare le missioni». Il riferimento è alle posizioni della Lega, che si è smarcata dal Pdl e insiste per il ritorno a casa «dei nostri ragazzi». Lunedì il senatore Roberto Castelli aveva annunciato il suo no. «È una scelta personale – ha ribattuto Giuseppe Esposito, relatore della legge, del Pdl -. Non sposta di un millimetro la coesione della maggioranza sulle nostre missioni all’estero. Anche nel Pd ci sono posizioni di coscienza, come quella del senatore Ignazio Marino».

Calderoli, alla fine, ha detto che voterà a favore del decreto «per senso di responsabilità», anche se «in questo momento provo tanta rabbia verso una missione che non condivido e non comprendo». Linea non condivisa dal sottosegretario alla Difesa, Guido Crosetto, che critica il Carroccio: «Non è serio parlare di impegni internazionali come se si fosse fra amici al bar». Crosetto ha sottolineato che «gli impegni si rispettano nella buona e nella cattiva sorte: non è saggio, non è serio, cambiare opinione sull’onda dell’emozione o per un pugno di voti». Ma persino all’interno dello stesso Pdl adesso ci si interroga sulle missioni: per il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, «il rifinanziamento è inevitabile anche perché ci sono delle missioni in corso. Certo purtroppo l’ennesima morte di un soldato impone la necessità di fare una riflessione seria fuori dagli schemi ideologici».

Fonte: La Stampa

27 luglio 2011

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