Le scuole si spostano sotto al ministero


Cinzia Gubbini


La decisione di andare a protestare proprio sotto al ministero è scaturita da un precedente presidio (il 31 maggio) in cui genitori e insegnanti hanno chiesto di essere ricevuti dal ministero che stavolta ha chiuso loro la porta in faccia.


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Le scuole si spostano sotto al ministero

Organizzati, costanti, ostinati. Occhio ai genitori e agli insegnanti delle scuole primarie di Roma. Perché nella capitale sta succedendo qualcosa. E' da due anni circa che le scuole elementari hanno iniziato la mobilitazione. Certo, le proteste vanno avanti da molto prima. Ma adesso sembra di poter dire che qualcosa è cambiato. Tutto cominciò con l'occupazione di qualche scuola, in particolare quella di via Principe di Piemonte a Garbatella. Li abbiamo ritrovati spesso in questi mesi. E domani è possibile unirsi a loro partecipando a un'assemblea pubblica sotto al ministero dell'Istruzione, in viale Trastevere.
 
La decisione di andare a protestare proprio sotto al ministero è scaturita da un precedente presidio, che si è svolto il 31 maggio, in cui gentiori e insegnanti hanno chiesto di essere ricevuto dal ministero, che finora ha sempre accolto una delegazione per tenere in piedi – almeno – un'interlocuzione, ma stavolta ha chiuso loro la porta in faccia. Tanto che il presidio è andato avanti fino a tarda sera.
 
La cosa "è vergognosa" denuncia il coordinamento delle scuole elementari di Roma (coselementari.it) perché durante precedenti incontri erano state fatte delle promesse, i gentiori parlando con i dirigenti del ministero avevano ricevuto rassicurazioni. Anzi, di fronte all'elenco di ciò che accade nelle scuole romane (la situazione, ovviamente, è simile in molte altre zone del paese) dove, ad esempio, si conta che il prossimo anno ci saranno il 10% degli insegnanti in meno, il ministero aveva sostanzialmente dato ragione al Coordinamento. Certo, ci vuole poco. Il problema è porre rimedio. E adesso che si stanno componendo gli organici, adesso che bisogna fare i conti con la terza tranche di tagli decisi dal governo e dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, si scopre che non c'è trippa per gatti.
 
In tutte le scuole della capitale le tabelle degli organici che stanno arrivando parlano chiaro: tutti si trovano con "- 1". E tantissime sono le situazioni in cui le classi considerate poco numerose (stiamo parlando di classi con 15 e passa bambini) verranno accorpate, anche classi ormai formate da anni e che si apprestano a finire il ciclo, come le quarte e le quinte elementari. Tempo pieno penalizzato. Sostegno, non ne parliamo.
 
Le promesse che genitori e insegnanti avevano ricevuto, invece, erano di tutt'altro tenore: non  sarebbero state formate classi numerose (di 28/29 alunni); le classi a tempo pieno avrebbero funzionato con due insegnanti; le classi con aunni diversamente abili non possono avere più di 20 alunni; sarebbero stati assegnati gli insegnanti di sostegno necessari a coprire il fabbisogno; gli insegnanti specialisti di lingua inglese sarbbero stati tagliati in organico di diritto ma reinseriti in organico di fatto.
 
Adesso che il Coordinamento va a chiedere conto, il ministero si trincera nel silenzio più assoluto. Oltre alla manifestazione di domani alle 17, i genitori stanno pensando di impugnare davanti al Tar la circolare con cui vengono decisi i tagli.
 
L'impugnazione, per la verità, è già avvenuta. E'partita per iniziativa del comitato bolognese Scuola e Costituzione e ha raccolto più di duemila firme in tutta Italia contro la circolare ministeriale 21 che prevede per il prossimo anno scolastico il taglio di 20 mila posti docente e 14 mila Ata dopo i 67 mila e i 43 mila degli scorsi due anni. Un vero scandalo che sta mettendo in ginocchio la scuola pubblica, la scuola di tutti, mentre i finanziamenti a quella privata non vengono minimamente scalfiti.

Fonte: Il Manifesto

5 giugno 2011

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