La pace impossibile è l’unica possibile
La redazione
Venerdì 14 aprile 2023 alle 20.45 a Padova nella Sala Petrarca del Cinema Multisala MPX un incontro per riflettere insieme su quale sia la pace possibile oggi per l’Ucraina. Un evento pubblico contro il silenzio e la rassegnazione!
E’ stato presentato in conferenza stampa a Palazzo Moroni l’evento pubblico “La pace impossibile è l’unica possibile” organizzato dal Comune di Padova al Multisala MPX venerdì 14 aprile alle ore 20,45 al quale partecipano il sindaco Sergio Giordani, il vescovo Claudio Cipolla, Marco Mascia, Paolo Impagliazzo, Flavio Lotti, Aldo Marturano, Rossella Miccio e Silvia Stilli.
Una serata dedicata alla Pace che sarà introdotta dall’assessora alla pace e ai diritti umani Francesca Benciolini e coordinata dalla giornalista Silvia Giralucci.
Francesca Benciolini assessora alla pace e ai diritti umani spiega: “Proponiamo una riflessione alla città su come si assicura la pace, ma anche su come si arriva alle guerre: le cose non avvengono per caso, ci sono dei processi che le accompagnano questi momenti della storia, e questi processi posso essere accompagnati in una direzione o nell’altra. Verso la pace o verso la guerra. Questa ampia rete di associazioni e istituzioni della nostra città che si è già incontrata in questi 14 mesi attorno al tema della pace in Ucraina, vuole porre delle domande e chiedersi quindi quale sia la pace possibile oggi. Impariamo la storia, anche a scuola, come un susseguirsi di guerre intervallate da brevi momenti di pace, che paradossalmente, servono a preparare nuovi conflitti. Ci piace credere e lavorare perché ci possano essere anche narrazioni diverse, che le strade della storia non debbano sempre e necessariamente andare in questa direzione. In questi mesi vediamo che l’unica strada percorsa è quella della guerra e ci chiediamo, è possibile esplorare e percorrere altre strade? Ecco perché proponiamo una riflessione su questo, per smarcarci da una discussione che è solo armi si armi no, se sei pacifista sei putiniano, se sostieni la guerra allora difendi la libertà e così via. Il tema è complesso e va affrontato con la consapevolezza di questa complessità e capacità anche di essere divisivo. Come Comune abbiamo invitato quindi le istituzioni cittadine, la Diocesi e l’Università e raccolto le proposte che sono arrivate dalle comunità del territorio”.
Suor Francesca Fiorese dell’Ufficio diocesano di Pastorale Sociale commenta: “I popoli non scelgono la guerra, scelgono la pace, ma hanno bisogno di istituzioni che ci credano, perchè i governi, a volte scelgono la guerra. Noi abbiamo la fortuna di vivere in una città che sceglie la pace nelle sue istituzioni, fino al popolo, ci sono una miriade di realtà civili, e anche abbiamo una Chiesa che è molto attenta alla pace e una Università che su questo punto è molto attiva. La quinta carovana per la pace verso l’Ucraina è partita dalla nostra città, e non la ha scelta solo perché Prato della Valle è una grande piazza che poteva contenere i partecipanti. E ancora, oggi siamo qui proprio a 60 anni e un giorno dalla pubblicazione dell’enciclica “Pacem in terris” che conteneva già tutti i germi di pensiero che anche Papa Francesco poi ha portato e ci ha consegnato nella sua “Fratelli tutti”: la fraternità universale”.
Marco Mascia, presidente Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” sottolinea: “La scelta del titolo è la chiave di lettura di questo evento: dalla Pace di Westfalia in poi la pace veniva riassunta nel detto, si vis pacem, para bellum. Questa era la pace possibile, ma la storia ci dimostra che questa pace possibile non la stiamo realizzando, cioè con la guerra non si costruisce la pace, mentre la pace impossibile che era quella degli idealisti, da Kant in poi, è quella che ragiona sulla costruzione della pace rovesciando il detto, se vuoi la pace prepara la pace. E’ questo è lo spirito dell’incontro di venerdì, noi riteniamo che si debba lavorare per costruire l’edificio della pace, come ha insegnato anche Papa Francesco. C’è un nodo però che va affrontato e che non è più rinviabile, quello che noi abbiamo delle istituzioni a livello nazionale e a livello di Unione Europea che assieme all’amministrazione americana, continuano a dire noi sosteniamo Kiev per tutto il tempo che sarà necessario. Cosa significa? Arriverà il momento che non ci sono più armi, proiettili e fra un po’ anche uomini che andranno a combattere. E quindi che cosa vuol dire per tutto il tempo necessario? L’obiettivo di questo evento è invece di ragionare sulla possibilità di un cessate il fuoco, che non è una resa, si fermano le armi e proviamo da lì un negoziato, che porti a un vera e propria trattativa per la pace”.
Mirko Sossai della Comunità di Sant’Egidio riflette: “Sottolineo soprattutto l’importanza dei partecipanti a questa iniziativa, perché mette assieme voci autorevolissime della società civile che in questi mesi hanno avuto un pensiero profondo sui temi della pace, a partire soprattutto da una storia e da una cultura di pace che ha veramente un orizzonte di decenni. E’ dalla conoscenza delle persone che adesso vivono la sofferenza della guerra che nasce questo impegno per la pace. La nostra grande preoccupazione è che oggi questa guerra si cristallizzi nel tempo. Lo abbiamo visto in Afghanistan come in Siria. Pensare alla pace è veramente pensare al futuro dell’Ucraina, come delle altre parti del mondo dove la guerra è oramai una condizione endemica”.
Massimo Mastromatteo, Emergency Padova dichiara: “Oggi la pace è più divisiva che in passato, si discute di pace con visioni completamente diverse. Noi la guerra la vediamo perché abbiamo ospedali aperti in tantissimi luoghi in ogni parte del mondo e molti di noi sono lì per molti mesi all’anno. La drammaticità della guerra la vediamo tutti i giorni, non la vediamo invece sui media dove si parla solo di numeri, ed è una cosa incredibile. Il Comune di Padova è molto coraggioso a proporre questo incontro che è, ripeto, divisivo, perché parlare di pace quando si è in pace è facile, è quando si è in guerra che è difficile, e veramente estremamente complicato. Grazie per questa iniziativa”.
Silvia Giralucci, giornalista spiega: “L’idea dalla quale è partito il Comune di Padova è che la pace non è solo un’assenza di guerra ma una condizione che si costruisce. Quindi l’idea di questo incontro è di mettere degli attori assieme, di riunire le associazioni e le istituzioni che si occupano di pace per dare un contributo per costruire la pace. Sarà una serata in cui ci si parla e si parla alla città ragionando su proposte per costruire la pace”.
Elena Pietrogrande, Portavoce Area Pace, Diritti Umani e Cooperazione Internazionale – Comune di Padova commenta: “Ci fa molto piacere che questa iniziativa sia idealmente il proseguimento dell’incontro avvenuto a Verona qualche mese fa nella speranza che poi ci siano altre città che ricevano questo testimone e che attivino questa capacità critica e questa capacità di dialogo soprattutto che è alla base delle nostre associazioni soprattutto nella cooperazione internazionale. Le nostre associazioni infatti riescono ad operare anche in zone di guerra, proprio per la capacità di dialogo vero che esprimono”.
Palma Sergio, Segretaria Confederale Cgil Padova dichiara: ”Un convegno dal titolo emblematico, incentrato sulle tematiche della pace, le stesse che la Cgil porta avanti da anni e su cui – insieme ad altre associazioni del territorio e a tutti i livelli: in “Europe for Peace”, nella “Rete Italiana Pace e Disarmo” e qui, in “Uniti per la Pace – Padova” – si impegna, quotidianamente, promuovendo quelle che definiamo “azioni di pace”, come la recente carovana “#StopTheWarNow” con cui sono state consegnate 20 tonnellate di aiuti umanitari alla popolazione ucraina. Un impegno sia sul piano degli aiuti concreti, dunque, che su quello delle idee come quelle che emergeranno nel corso di “La pace impossibile è l’unica possibile” a cui porteremo il nostro contributo”.