La Nato a caccia del raiss. Ucciso il figlio minore


Marina Verna


Uno dei figli del leader libico Muammar Gheddafi, Saif al-Arab, è stato ucciso in un attacco Nato. Il colonnello si trovava nell’edificio colpito dal raid ma è rimasto illeso.


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La Nato a caccia del raiss. Ucciso il figlio minore

I jet della Nato ieri notte hanno ucciso in un raid su Tripoli Saif al-Arab, 29 anni, il figlio più giovane di Muammar Gheddafi, e tre nipoti del Colonnello. Il leader libico, che si trovava con amici e parenti nella casa del suo ultimogenito, è rimasto illeso, e così sua moglie. Entrambi stanno bene, ha riferito il portavoce del governo, Musa Ibrahim, in una conferenza stampa convocata nella notte. Ma, ha aggiunto, «il vero obiettivo era Muammar Gheddafi»

La casa, che si trovava in un quartiere residenziale della capitale, è stata completamente distrutta, e ora al suo posto c’è un immenso cratere. Sul posto è stata trovata anche una bomba ancora inesplosa. Ibrahim ha inveito contro la Nato, definendo l’attacco aereo un atto illegale e un «crimine di guerra». Poi ha parlato di Saif al-Arab, dicendo che era un ragazzo vissuto a lungo in Germania e non particolarmente coinvolto negli affari militari e politici della Libia. Nato nel 1982, era il sesto figlio del colonnello, che lo aveva avuto dalla sua seconda moglie, Safia Farkash. Nel 2006 era andato a studiare all’Università Tecnica di Monaco, dedicandosi però più alle feste che allo studio, finendo coinvolto in risse e sparatorie ed evitando per un soffio guai giudiziari. Una volta venne alle mani con il buttafuori di un nightclub per difendere la fidanzata che era stata allontanata dal locale. Nel 2008 la polizia tedesca gli sequestrò la Ferrari 430 per l’eccessivo rumore del motore che si divertiva a mandare fuori giri di notte. Lo stesso anno fu sospettato di contrabbandare armi da Monaco a Parigi in un’automobile con targa diplomatica. Il caso però fu lasciato cadere dalla procura di Monaco.

Non è la prima volta che Gheddafi sopravvive a un attacco aereo nel quale resta ucciso uno dei suoi figli. Accadde già nell’aprile 1986, quando le forze Usa lanciarono un raid sulla residenza del colonnello a Tripoli. Lui sopravvisse, mentre morì la sua figlia adottiva, Hanna. All’epoca l’allora presidente Ronald Reagan spiegò agli americani che quei bombardamenti erano un atto di autodifesa, dopo la bomba in un club di Berlino Ovest che aveva ucciso due americani e ferito parecchi altri.

La notizia del raid e dell’uccisione di Saif al-Arab è stata accolta dai ribelli di Bengasi con urla di giubilo e continue salve di mitra sparate in aria. «Sono così contenti che Gheddafi abbia perso suo figlio che stanno sparando in aria per celebrare l’evento», ha dichiarato il colonnello Ahmed Omar Bani, portavoce militare del Consiglio Nazionale Transitorio di Bengasi.

Fonte: La Stampa

1 maggio 2011

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