A Kabul 150 delegati firmano il documento finale della conferenza della società civile afgana


INTERSOS


Si chiude la prima conferenza nazionale delle organizzazioni della società civile afgana dai 150 delegati: “E’ maturata la coscienza delle nostre capacità e potenzialità, siamo decisi a farle valere”.


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A Kabul 150 delegati firmano il documento finale della conferenza della società civile afgana

Kabul 31 marzo 2011. E’ la presa di coscienza di avere avviato un percorso nuovo il maggiore risultato della prima Conferenza della società civile afgana (OSCA), tenutasi a Kabul mercoledì 30 e giovedì 31 marzo. Un percorso che segna una svolta nel modo di procedere sia tra le stesse organizzazioni che rispetto alle pubbliche istituzioni. Si tratta del risultato di un cammino di esperienze e di maturazione durato dieci anni. Coordinamento, trasparenza, unione nei valori e nelle priorita politiche, unica voce rispetto al governo e alle altre istituzioni, sono le principali parole d’ordine colte durante i lavori e riprese nel documento finale, in questi primi giorni dell’anno afgano.
Il ringraziamento alla rete italiana Afgana, che ha sostenuto l’ultima fase di questo cammino di maturazione, fino allo sbocco della Conferenza, è stato rivolto al portavoce della rete Emanuele Giordana da Najiba Ayubi, responsabile del coordinamento delle OSCA.
Il documento finale della Conferenza, il cui titolo è “Rafforzare il ruolo delle organizzazioni della società civile nei processi decisionali” è stato approvato dai  150 delegati e delegate provenienti da 34 province. Sei i punti chiave, letti in dari e pashtu.
1) La necessità di consolidare il cammino di coordinamento avviato tra le OSC, rendendolo stabile e definitivo e coinvolgendo tutte le province;
2) La rivendicazione delle capacità e professionalità presenti nelle OSC e quindi della loro valorizzazione nei processi decisionali governativi, considerando la partecipazione delle OSC come apporto positivo e indispensabile a tali processi;
3) La richiesta al governo di garantire la doverosa trasparenza e accountability e di non ridurre il rapporto con le OSC a  pura formalità simbolica ma di renderlo sistemico e esteso alle province;
4) Tale rapporto dovrà seguire regole democratiche di coinvolgimento, bandendo criteri di esclusione poco trasparenti;
5) I media svolgano una funzione di informazione indipendente, non subalterna ai poteri politici, tengano conto maggiormente delle problematiche sociali e dei bisogni umanitari e tendano al rafforzamento dell’unità e dei valori nazionali;
6) La Comunita internazionale e i Donatori considerino le OSCA nelle loro capacita e esigenze di autonomia; grande è ancora il bisogno di sostegni esterni, finanziari, politici, tecnici, ma grande è anche l’esigenza di indipendenza in un rapporto di partnership tra pari: non protect way, ma process way, non in un cammino di protezione, ma in un cammino di sviluppo.
“Si è trattato di un momento socialmente e politicamente rilevante, commenta Nino Sergi, presidente di INTERSOS che ha partecipato alla Conferenza: “dopo anni di divisioni e contrapposizioni, come capita anche da noi, le associazioni e organizzazioni della società civile afgane sono riuscite a coordinarsi e a parlare con un’unica voce, decise a rafforzare questo processo. Un segno importante nell’Afghanistan di oggi, un messaggio forte al governo e alle istituzioni”.  
A questa Conferenza nazionale seguirà, nel prossimo mesi di giugno, la Conferenza internazionale della società civile afgana, a Roma, per darle voce a livello internazionale e rafforzare la sua credibilità e il suo riconoscimento.
Le due conferenze, insieme ad una ricerca sulla società civile afgana ed altri momenti di approfondimento accademico e di coinvolgimento sociale e politico in Italia, fanno parte di un programma della rete Afgana, composta da Ong, associazioni, organizzazioni sociali e sindacali, accademici, operatori dei media, cittadini attivi. INTERSOS, organizzazione umanitaria presente in Afghanistan da dieci anni e membro della rete, ha assunto la responsabilità della gestione del programma. La Cooperazione italiana-MAE ha contribuito finanziariamente all’iniziativa.

LEGGI IL RESOCONTO DEI LAVORI SU www.intersos.org

Fonte: Intersos

31 marzo 2011

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