Libia: CGIL, priorità all’azione politico-diplomatica
CGIL
Per dare la necessaria priorità al percorso politico-diplomatico, è indispensabile coinvolgere l’Unione africana e la Lega araba e scongiurare il pericolo di piegare la risoluzione dell’Onu agli interessi politici ed economici di alcune potenze occidentali, in particolare europee.
La Cgil, da subito e fra i primi, ha definito come crimini contro l’umanità la brutale repressione della rivolta popolare da parte del regime libico. Per questo ha valutato positivamente la risoluzione n. 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per la creazione di una “no fly-zone” e per la tutela delle popolazioni civili. In coerenza con la risoluzione, oggi, per dare la necessaria priorità al percorso politico-diplomatico, è indispensabile coinvolgere da protagonisti le Organizzazioni della regione come l’Unione africana e la Lega araba e scongiurare il pericolo di piegare la risoluzione dell’Onu agli interessi politici ed economici di alcune potenze occidentali, in particolare europee.
Le grandi responsabilità del regime Gheddafi, macchiatosi di crimini contro l’umanità, vanno affrontate dando voce alla popolazione libica e costruendo una soluzione che non indulga in tentazioni militari che avrebbero come sbocco la guerra.
La comunità internazionale ha il dovere di dimostrare che i diritti alla libera manifestazione e alla partecipazione democratica valgono dappertutto: in questi stessi giorni continuano le rivolte popolari in Barhein, Yemen, Siria e vengono represse nel sangue. Bisogna fermare la repressione e condannare fermamente quei governi attraverso iniziative politiche e diplomatiche. Nell’insufficienza e nelle contraddizioni della politica europea spiccano le responsabilità del governo italiano, sia per il recente sostegno al regime di Gheddafi sia perché appare drammaticamente inadeguato a svolgere le responsabilità di principale paese euro-mediterraneo. E’ inoltre inaccettabile che, per motivi di unità della maggioranza di governo dovuti alla posizione della Lega Nord, si strumentalizzi l’esigenza di una iniziativa straordinaria per la situazione dei profughi (che va affrontata anche in un quadro di solidarietà europea) negando la necessità di una politica straordinaria per dare uno sbocco, di pace e di sviluppo, alla crisi di un’intera area che già sta modificando gli equilibri geo-politici mondiali.
21 marzo 2011