Non c’è Natale senza Betlemme


Flavio Lotti


La città di Betlemme resta oscurata anche nel giorno in cui diventa la capitale del mondo. Il 25 dicembre dovrebbe essere naturale riaccendere i riflettori sul posto dove tutto è cominciato. E, invece…


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NATALE SENZA BETLEMME

 

Non c’è Natale senza Betlemme. Eppure la televisione e i grandi mezzi di comunicazione hanno smesso di illuminare il luogo della nascita di “Gesù bambino”. Salvo qualche servizio di rito sulle principali cerimonie religiose, la città di Betlemme resta oscurata anche nel giorno in cui diventa la capitale del mondo. Il 25 dicembre dovrebbe essere naturale riaccendere i riflettori sul posto dove tutto è cominciato. E, invece…

Betlemme è una città in perenne lockdown. Ma la colpa non è del Covid-19. I muri impressionanti che la attraversano e che gli sono stati costruiti attorno, fanno brutta mostra da più di 10 anni e fanno rimpiangere a molti il tempo cui l’occupazione militare israeliana mostrava il suo volto originale.

Si racconta che al tempo di Gesù c’era Erode. Oggi si preferisce non raccontare niente perché la realtà contemporanea di Betlemme è dolorosa e ci guasta la festa.

Così Betlemme, avvolta dal silenzio del mondo, continua la sua dura lotta per la vita.

La libertà di movimento che noi abbiamo perso con l’emergenza sanitaria, per i palestinesi di Betlemme è una pluridecennale normalità. Peggio di loro ci sono solo i bambini e le bambine di Gaza che stanno crescendo senza aver avuto la possibilità di scoprire cosa sia la libertà.

 

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Di Betlemme è meglio non parlare. Ci ricorda troppe ingiustizie, violenze e sofferenze, una terra assegnata a due popoli ma abbandonata alla legge del più forte, illegalità infinite e crudeltà impunite, parole di pace e fatti di guerra, promesse tradite e impegni dimenticati.

 

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Betlemme è una ferita aperta nella coscienza di tutte le donne e gli uomini che si sono sinceramente spesi per favorire l’affermazione della pace in Terra Santa, mettere fine all’occupazione militare israeliana e costruire uno Stato Palestinese, pacifico e democratico accanto a quello di Israele.

Vedi cosa accadeva a Gerusalemme quando in tanti dicevano: “Time for Peace”.

➤ https://bit.ly/3h4fmAP 

 

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Betlemme è un simbolo. Ma non solo del cristianesimo. Oggi Betlemme è Damasco, Bagdad, Kabul, San’a’, Mogadiscio, Tripoli,… e tutte le altre città del mondo abbandonate alle proprie tragedie.

Ecco perché, mentre rivolgiamo il nostro pensiero al Natale e a Betlemme, non ci stanchiamo di ripetere che è tempo di prenderci cura della nostra umanità.

Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace

Perugia, 21 dicembre 2020

 

* * *

Ma cosa vuol dire vivere oggi a Betlemme e nella terra di Palestina?

Vedi e ascolta cosa ha detto Andrea De Domenico, Vice Direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari che ha sede a Gerusalemme (OCHA) intervenuto nell’incontro “L’avvenire dei Palestinesi” che si è svolto a Perugia il 10 ottobre scorso in occasione del Meeting “Time for Peace-Time to Care”.

➤ https://bit.ly/3nyvqgu

 

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Ascolta anche:

  • le testimonianze di tre giovani donne che un anno fa, sono andate per la prima volta a Gerusalemme: Marianna Modestini, Logopedista; Marianna Pioli, Studentessa Universitaria, Elisa Vignati, Studentessa Universitaria
  • l’analisi della situazione svolta da Roberto Savio, giornalista/fondatore dell’IPS

Un frammento della dura e amara realtà quotidiana della Terra Santa è contenuto nell’ultimo bollettino in cui l’Onu documenta la demolizione e il sequestro di abitazioni e infrastrutture palestinesi effettuate dalle autorità israeliane ( demolition_monthly_report-november_2020) “A novembre, le autorità israeliane hanno demolito, costretto le persone a demolire o sequestrato 178 strutture di proprietà palestinese in tutta la Cisgiordania: questa è la cifra più alta in un solo mese da quando l’OCHA ha iniziato a documentare sistematicamente questa pratica nel 2009″

 

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Per Betlemme, nostra casa comune

Eppure, in mezzo ad una situazione così drammatica, ci sono persone che cercano di costruire il proprio futuro con il sorriso. Betlemme e la Basilica della Natività non sono solo dei simboli e dei luoghi religiosi. Sono un patrimonio storico e culturale che unisce tanta parte dell’umanità. Ecco perché, la cura di questo patrimonio ci coinvolge personalmente.

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Vedi la presentazione di Betlemme e del progetto di rinascita scaturito dallo straordinario lavoro di restauro della Basilica della Natività fatta da Taisir Masrieh Hasbun, Direttore This Week in Palestine, Giammarco Piacenti, Presidente Gruppo Piacenti e Alessandro Fichera, archeologo e storico.

L’incontro intitolato “Per Betlemme nostra casa comune. Luogo della nascita e della rinascita” si è svolto a Perugia il 10 ottobre scorso in occasione del Meeting “Time for Peace-Time to Care”.

➤ https://bit.ly/38ioygU

 

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NATALE SENZA BETLEMME

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