Libia: dov’è finita la politica?
Flavio Lotti
Flavio Lotti: La piazza di sabato è stata un grande arcobaleno di solidarietà, ma dov’è finita la politica? Perché tutto questo silenzio? Abbiamo fatto ogni tipo di affari con Gheddafi. E oggi cosa stiamo facendo per evitare un’altra Srebrenica?
Dov’è finita la politica? I carri armati di Gheddafi avanzano verso Bengasi annunciando un nuovo macabro bagno di sangue. Cosa sta facendo la nostra diplomazia per impedirlo? Cosa stanno facendo il Governo e il Parlamento italiani? Abbiamo fatto ogni tipo di affari con Gheddafi. E oggi cosa stiamo facendo? Gli italiani hanno diritto di saperlo. Perché tutto questo silenzio?
Sabato scorso, centinaia di migliaia di persone in piazza a Roma per difendere la nostra Costituzione hanno applaudito Farid Adly e hanno inviato un chiaro messaggio di solidarietà con i giovani e i popoli che stanno rischiando la vita per la libertà e la democrazia in Libia e in tanti altri paesi del nord africa e del mondo arabo. Chi difende la propria Costituzione non può ignorare chi sta lottando per averne una. Ma pochi giornali e televisioni lo hanno evidenziato. Pochi hanno voluto notare che in mezzo ai sessanta metri del tricolore ce n’erano trenta arcobaleno. Lo schema non lo prevede. Lo schema prevede che i pacifisti e l’opinione pubblica si mobilitino solo contro gli americani, non contro Gheddafi.
Eppure questi sono giorni cruciali per impedire un nuovo massacro. L’Italia, l’Europa e l’Onu non possono permettersi di stare fermi. Voglio sperare che il mondo si mobiliti per evitare che Bengasi faccia la fine di Srebrenica. Per quanto complessa sia la situazione, la diplomazia internazionale deve agire senza esitazioni per raggiungere un cessate il fuoco immediato. Dobbiamo innanzitutto fermare l’escalation della violenza. La parola deve tornare alla politica. I costi umani dell’inazione saranno ancora una volta elevatissimi.
Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace
Perugia, 14 marzo 2011