Bambini rom al prefetto: “Siamo come gli altri”


Redattore Sociale


L’associazione Aizo fa circolare la lettera che i minori rom dei campi di Torino hanno scritto dopo il rogo di Roma. “A volte abbiamo paura che tutto bruci. Vieni a trovarci e ti parleremo di tante cose così capisci tutto e ci puoi aiutare”.


CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+
Bambini rom al prefetto: “Siamo come gli altri"

“A volte abbiamo paura che le nostre ‘case’ prendano fuoco e tutto bruci”, scrivono i bimbi rom di Torino in una lettera indirizzata al prefetto. Lo scrivono subito dopo essersi presentati così: “Caro Prefetto, siamo i bambini rom che abitano nella tua città e come i 4 bimbi rom morti giorni fa noi abitiamo nelle baracche”. Sono rimasti molto colpiti dalla morte dei coetanei di Roma, nel rogo della baracca in cui dormivano in via Appia Nuova, scrive l’Associazione italiana zingari oggi (Aizo) in una nota in cui riporta la missiva che i piccoli hanno voluto scrivere al prefetto. “Abbiamo sentito dai grandi che tu sei buono e puoi fare tante cose belle per noi. Ci puoi aiutare perché non succeda niente di brutto dove abitiamo?”. Subito dopo l’invito: “Perché non ci vieni a trovare? Così vedi che non siamo come scrivono tanti giornali, siamo bimbi come tutti, contenti di essere rom, anche se le nostre case non sono grandi come la tua”. I bimbi accennano anche alla scuola e ai problemi dei loro genitori e con semplicità sottolineano che anche se le loro famiglie vivono da generazioni in Italia, non hanno la cittadinanza: “Molti di noi vanno a scuola sui pulmini del comune, altri, invece, vanno accompagnati dai loro papà. Sai, a qualcuno piace la scuola, ad altri no, però ci andiamo perché poi non ci danno più il permesso di soggiorno. I nostri genitori hanno molti problemi, tanti dei nostri nonni sono nati in Italia e non sono mai diventati italiani come sei tu”. “Aiutaci gagio prefetto – concludono – vieni a trovarci e ti parleremo di tante cose così capisci tutto e ci puoi aiutare”. Poi i saluti: “Ti mandiamo un bacio”, firmato “I bambini rom dei campi sosta di Torino”.

Fonte: www.redattoresociale.it

10 febbraio 2011

CondividiShare on FacebookTweet about this on TwitterEmail to someoneGoogle+

Lascia un commento