Corleone, chi vuole chiudere il centro antimafia?


Santo Della Volpe - articolo21.org


La struttura simbolo dell’antimafia e della rinascita di Corleone che fu riaperta per riportare nei paesi dei Riina, Provenzano e Bagarella la legalità, rischia adesso di essere repressa.


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Corleone, chi vuole chiudere il centro antimafia?

Sembra una semplice questione di stanze, di affitti e di scontro politico tra un sindaco ed un ex sindaco, entrambi di centrodestra. Ma a Corleone anche le questioni semplici diventano difficili e soprattutto diventano simboliche di una atmosfera, di uno scontro che vede sempre al centro la mafia, la coscienza civile e quindi l’antimafia. La storia: a Corleone, nel 2000, l’allora capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi inaugurò il Centro  Internazionale di Documentazione sulla Mafia nell’ex convento del complesso di San Ludovico, attaccato al palazzo municipale. Un centro che si volle aprire a Corleone, soprattutto per volontà del sindaco di allora, il diessino  Pippo Cipriani, per riportare nei paesi dei Riina, Provenzano e Bagarella, un simbolo di legalità, rappresentato materialmente dalle centinaia e centinaia di faldoni del maxi processo istruito da Falcone e Borsellino contro Cosa Nostra più di 20 anni fa.

Una istituzione, per altro, finanziata con i fondi stanziati in occasione della convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità transnazionale svoltasi proprio a Palermo 8 anni fa. Un simbolo, insomma, dell’antimafia e della rinascita di Corleone.

Ma ora il comune di Corleone vorrebbe indietro i locali del Centro di Documentazione, ufficialmente per poter allargare i propri uffici, ancora prima della scadenza dei 9 anni di comodato gratuito concessi all’epoca al Centro di Documentazione sulla Mafia.

Una scusa o solo una mancanza di sensibilità? Possibile che il sindaco attuale, Antonino Iannazzo, non si renda conto che  così facendo manda un segnale inequivocabile a Cosa Nostra, quello cioè di un ridimensionamento se non proprio smantellamento della tensione antimafia nel paese?

Difficile pensare che l’amministrazione comunale non abbia valutato tutte le conseguenze del proprio gesto. Sindaco e giunta attuale di centro-destra, minimizzano: si tratta di un semplice ridimensionamento, dicono nell’amministrazione: al Centro di Documentazione sulla Mafia resterebbero almeno due stanze, invece dell’attuale intero palazzo di San Ludovico, dove per altro, già ora vivono e coesistono benissimo con il Centro Antimafia, altre associazioni private e la sede di un consorzio. Ed il sindaco attuale attacca anche il precedente sindaco, Nicolò Nicolosi (anche lui del centro destra,sconfitto alle recenti elezioni amministrative per soli 3 voti) che, dice: "al momento del contratto di locazione gratuita per 9 anni, era il presidente del Centro di Documentazione sulla Mafia".

Ora il sindaco Iannazzo invoca l’articolo 12 dell’ordinamento municipale, secondo cui "se durante il termine convenuto sopravviene un urgente ed imprevisto bisogno al comodante,questi può esigere la restituzione immediata". Quindi dal punto di vista legale e procedurale la giunta comunale ed il sindaco Iannazzo si sentono tranquilli,mentre il Centro di Documentazione ,delibera alla mano, grida allo sfratto e presenta ricorso al Tar.

Ma,al di là degli aspetti legali, forse quel che l’amministrazione continua a non sentire, è il valore  politico del gesto di sfratto, agli occhi della popolazione di Corleone, alla quale si manda un segnale di ridimensionamento della lotta alla mafia, considerando più importante dare un pò più di spazio agli uffici amministrativi, rispetto al rilancio dell’antimafia, proprio partendo dal Centro di Documentazione, non a caso voluto allora proprio attaccato agli uffici dell’Istituzione comunale.

O bisogna pensare che sia semplice insipienza politico-amministrativa, lotta personale tra sindaco ed ex sindaco: oppure ancora che si sia voluto mandare, da questa amministrazione, un certo segnale ai mafiosi?

In tutti i casi questa ingiunzione di sfratto è più grave di quanto si possa pensare. In Sicilia, ed a Corleone, troppo spesso le cose non accadono a caso.

Fonte: Articolo21.it

 

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