No ai muri del nazionalismo e del razzismo
L'Osservatore Romano
Papa Francesco rinnova l’appello all’accoglienza dei migranti e rilancia il multilateralismo.
La preoccupazione della Chiesa per «il riemergere, un po’ dovunque nel mondo, di correnti aggressive verso gli stranieri, specie gli immigrati, come pure quel crescente nazionalismo che tralascia il bene comune», è stata espressa dal Papa ai partecipanti alla plenaria della Pontificia accademia delle Scienze sociali, ricevuti in udienza nella mattina di giovedì 2 maggio, nella Sala Clementina.
Riferendosi al tema scelto dall’assemblea per la sessione di lavori — «Nazione, Stato; Stato-Nazione» — il Pontefice ha riconosciuto che oggi «alcuni Stati nazionali attuano le loro relazioni in uno spirito più di contrapposizione che di cooperazione». Un atteggiamento che, unito a «un’eccessiva rivendicazione di sovranità», si trasforma spesso in «nazionalismo conflittuale che alza muri, anzi addirittura razzismo o antisemitismo», alimentando «esclusione e odio altrui».
In realtà, ha spiegato il Papa, «il modo in cui una nazione accoglie i migranti rivela la sua visione della dignità umana e del suo rapporto con l’umanità». Il migrante infatti «non è una minaccia alla cultura, ai costumi e ai valori della nazione che accoglie». E anche se è suo dovere «integrarsi nella nazione che lo riceve», egli va «riconosciuto come un’opportunità per arricchire il popolo che lo integra».
Del resto, ha ricordato Francesco, «tutte le nazioni sono frutto dell’integrazione di ondate successive di persone o di gruppi di migranti». Perciò «uno Stato che suscitasse i sentimenti nazionalistici del proprio popolo contro altre nazioni o gruppi di persone verrebbe meno alla propria missione». E, ha commentato senza nascondere la propria amarezza, «sappiamo dalla storia dove conducono simili deviazioni».
Per il Pontefice, insomma, «lo Stato nazionale non può essere considerato come un assoluto». Da qui l’invito a rilanciare il multilateralismo, incrementando le occasioni di cooperazione tra le nazioni, come è stato già fatto in Europa e in America latina. Questo, secondo Francesco, «eviterebbe la minaccia del ricorso a conflitti armati ogni volta che sorge una vertenza tra Stati nazionali, come pure eluderebbe il pericolo della colonizzazione economica e ideologica delle superpotenze». A patto che, ha aggiunto, «tali organismi assicurino che gli Stati siano effettivamente rappresentati, a pari diritti e doveri», evitando la «progressiva emarginazione dei membri più vulnerabili della famiglia delle nazioni». Dal Papa, infine, anche un appello a proseguire nel disarmo nucleare multilaterale, perché «se adesso, non solo sulla terra ma anche nello spazio, verranno collocate armi nucleari offensive e difensive, la cosiddetta nuova frontiera tecnologica avrà innalzato e non abbassato il pericolo di un olocausto nucleare».
Osservatore Romano
3 maggio 2019