Terrore sul bus degli studenti


il Manifesto


Gesto di follia di un 47enne di origine senegalese “per i morti nel Mediterraneo”. I 51 ragazzi riescono a scendere dopo aver chiamato i carabinieri


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«È stata una mia scelta personale, non ne potevo più di vedere bambini sbranati da squali nel Mediterraneo, donne incinte e uomini che fuggivano dall’Africa». Sono queste le prime che ha detto ai pm Ousseynou Sy durante l’interrogatorio.

Poteva essere una strage ieri a San Donato. L’uomo, un autista di Crema di 47 anni, ha dirottato l’autobus di cui era il conducente poco prima di mezzogiorno. A bordo c’erano 51 studenti della scuola media Vailati con alcuni docenti accompagnatori. Dovevano tornare a scuola dopo essere stati in palestra per l’ora di ginnastica ma l’autista ha cambiato strada e ha imboccato la strada provinciale Paullese.

«URLAVA DI VOLER ANDARE a Linate» hanno raccontato gli studenti. Particolare confermato anche dal procuratore capo dell’antiterrorismo milanese Alberto Nobili: «Ha cercato di sminuire la sua azione dicendo che non voleva fare male a nessuno e voleva arrivare a Linate e da lì prendere un aereo e scappare in Senegal» ha spiegato Nobili in conferenza stampa. «Ha detto di averlo fatto perché esasperato dall’attuale situazione migratoria».

All’altezza di San Donato il bus è stato speronato e bloccato dai carabinieri, gli agenti sono riusciti a far scendere gli studenti dalla porta posteriore rompendo i finestrini del mezzo. L’uomo è sceso dalla porta anteriore, aveva un accendino in mano. Prima di scendere aveva rovesciato della benzina da una tanica che aveva portato con sé. Quando ha dato fuoco al bus i ragazzi e le ragazze erano già in salvo e non ci sono stati feriti. «L’intento stragista era partito e l’uomo stava per dare fuoco, come poi ha fatto, al pullman» ha detto il procuratore capo della Repubblica di Milano Francesco Greco. «Se non stiamo a piangere 52 bambini è grazie a loro» ha detto riferendosi ai carabinieri di San Donato.

Durante il primo interrogatorio l’uomo ha ammesso la premeditazione, l’azione era stata pensata da giorni. Ousseynou Sy «aveva già registrato un video fatto arrivare in Senegal» ha detto il procuratore Alberto Nobili «in preparazione del suo gesto eclatante». Secondo Nobili la sua azione aveva l’intento di «mandare il messaggio “Africa Sollevati”, dire agli africani di non venire più in Europa e punire l’Europa per le politiche a suo dire inaccettabili contro i migranti».

L’UOMO NON È LEGATO ALL’ISIS o ad altre organizzazioni terroristiche, «la vicenda non va inquadrata nel terrorismo islamico» ha spiegato Nobili e l’uomo «non è inquadrabile per conoscenze investigative pregresse in nessun contesto radicalizzato». «Voleva che tutto il mondo potesse parlare della sua vicenda» ha detto il procuratore Nobili e paradossalmente lui che «ha chiesto di fermare le stragi in mare ora è accusato di strage».

Quanto successo racconta qualcosa di ancora inedito in Italia: un uomo esasperato dalle morti dei migranti in mare ha tentato un gesto eclatante. Appena fermato agli agenti che gli chiedevano «perché lo hai fatto» ha risposto «per i morti nel Mediterraneo». Gli studenti a bordo dell’autobus hanno raccontato che urlava di voler andare a Linate e che le persone muoiono in Africa e nel Mediterraneo «per colpa di Salvini e Di Maio».

IN QUEI QUARANTA MINUTI di follia alla guida l’uomo – sempre secondo il racconto di studenti e docenti – ha costretto un’accompagnatrice a legare con delle fascette da elettricista quattro o cinque bambini ai pali interni del bus e ad altri ha sequestrato il telefono cellulare. Non a tutti, decisiva è stata infatti la telefonata di un ragazzo ai genitori e al 112.

Di Ousseynou Sy si sa che era cittadino italiano dal 2004 e lavorava come autista per Autoguidovie di Crema da almeno 15 anni.
Avrebbe due precedenti per guida in stato di ebbrezza e molestie sessuali risalenti al 2007 e al 2011, la Procura dovrà capire anche come potesse svolgere il lavoro di autista con precedenti di questo tipo. «La persona risulta essere residente a Crema e non è nota ai servizi sociali» ha detto la sindaca della cittadina Stefania Bonaldi. «Chideremo conto ad Autoguidovie di quanto successe, su questo territorio svolgono loro questo servizio per il Comune. L’autista lavorava da loro da oltre quindici anni».

Roberto Maggioni

Il Manifesto

21 marzo 2019

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