Papa Francesco: la paura ci rende pazzi


la Repubblica


Muri contro i migranti, il Papa in viaggio per Panama dice “sono i muri della paura” e si commuove per la vignetta di Makkox.


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SUL VOLO PAPALE PER PANAMA – La barriere di Tijuana? “Sono i muri della paura”. Francesco saluta i giornalisti durante il volo Alitalia che da Roma lo porta nella Repubblica di Panama in occasione della XXXIV Giornata mondiale della gioventù(da oggi fino a lunedì) e, incalzato dalle domande degli inviati al seguito, commenta così la barriera costruita dagli Stati Unitilungo la frontiera al confine col Messico e che a Tijuana entra addirittura dentro al mare. “È la paura che ci rende pazzi”, dice, chiedendo anche di andare a leggere l’editoriale di oggi dell’Osservatore Romanoa firma del neo direttore Andrea Monda nel quale si riprendono le parole di qualche giorno fa del segretario generale dell’Onu António Guterres. Nel suo primo incontro dell’anno con i giornalisti accreditati, Guterres ha definito la paura “il brand più venduto nel mondo di oggi […] Fa ascolti, fa vincere voti, genera clic”, ha detto. “Se la fraternità si accompagna sempre con il servizio – scrive Monda – , la paura è sempre intrecciata con il potere.

Guterres individua nella pratica politica del multilateralismo la strada per rispondere alla grande sfida che oggi i governi e le istituzioni devono affrontare, che è quella di dover ‘mostrare interesse, e trovare soluzioni che rispondano alle paure delle persone con fatti concreti'”.

Per l’Osservatore la “vicinanza nella visione della crisi, tra il Pontefice e il segretario generale dell’Onu, è rincuorante in vista di un 2019 quanto mai ricco di passaggi delicati e scogli pericolosi lungo la strada”.

Francesco dopo la Gmg di Panamá affronterà “viaggi di estrema delicatezza, quello negli Emirati Arabi e quello in Marocco”. E ancora: “Tra i due viaggi il Papa ha convocato per fine febbraio i presidenti di tutte le conferenze episcopali del mondo per riflettere insieme sulla tutela dei minori e quindi sulla questione degli abusi. Tutti appuntamenti per cui servirà un coraggio estremo”.

Sul volo per Panama una giornalista spagnola mostra a Francesco la vignetta di Makkox pubblicata recentemente dal Foglio- e divenuta virale- sul piccolo naufrago con la pagella in tasca. Il Papa ha un momento di commozione e chiede ai suoi assistenti di conservargliela: “Tenetemela, ne voglio parlare durante la conferenza stampa di ritorno”, dice.

Quanto ai viaggi futuri, Francesco annuncia che a novembre andrà in Giappone: “Preparati”, dice a un collega giapponese. E, insieme, confida che gli piacerebbe andare in Iraq ma “alcuni mi dicono che è troppo pericoloso”.

Il Papa ricorda anche il collega russo Aleksej Bukalov, da poco scomparso. A lungo a capo degli uffici della Tass di Roma, è stato per due decenni nel pool di giornalisti che si occupava stabilmente del Pontefice. “Era un uomo di grande umanesimo – dice Francesco – , e di grande sintesi, dostoevskiano nello stile”.

Compresi andata e ritorno, il viaggio a Panamá dura in tutto cinque giorni e mezzo. Sono previsti dieci discorsi. È la terza Gmg di Francesco dopo Rio de Janeiro e Cracovia. Il viaggio cade in un momento delicato del pontificato. A poche settimane dall’apertura in Vaticano di unsummit contro gli abusi sessuali,sulla stampa internazionale tiene banco il caso di monsignor Gustavo Zampetta, il vescovo argentino nominato assessore dell’Apsa da Francesco e accusato di abusi su minori. Secondo alcuni media il Papa sapeva degli abusi prima della nomina. Il Vaticano smentisce questa ricostruzione dicendo che “il caso è allo studio”.

Panamá è anello di congiunzione tra oceani e continenti, centro di interessi finanziari e geopolitici. Per José Domingo Ulloa Mendieta, arcivescovo della Città di Panama e presidente del Comitato organizzatore della Gmg, l’incontro di questi giorni è dedicato alle periferie. “È la Gmg di quanti stanno lontano”, dice.

 

PAOLO RODARI

Repubblica

23 gennaio 2019

 

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