La pace e le scelte del governo
Nigrizia.it
Appello di Padre Zanotelli: a nome dei centomila che hanno marciato alla PerugiAssisi abbiamo scritto al governo e al parlamento perché riceva due delegazioni alle quali dare risposte a queste domande. A tutt’oggi, silenzio!
Il 1° gennaio la Chiesa ha celebrato la Giornata mondiale della pace. Una pace mai come in questo momento minacciata, nell’indifferenza generale.
«Il mondo sta sottovalutando il pericolo di una guerra nucleare che potrebbe condurre alla fine della civiltà umana», ha affermato il presidente russo Putin nella conferenza stampa di fine anno. E questo per due nuovi elementi. Il primo, è rappresentato dalla «tendenza ad abbassare la soglia per l’uso di armi nucleari, creando cariche nucleari tattiche a basso impatto che possono portare a un disastro nucleare globale». A questa categoria appartengono le nuove bombe nucleari, B61-12 che il prossimo anno gli Stati Uniti piazzeranno in Italia, in sostituzione di una settantina di vecchie ogive atomiche. L’altro pericolo viene dalla «disintegrazione del sistema internazionale di controllo degli armamenti», espresso dal recente ritiro degli Usa dal Trattato Inf (1987) che permette a Trump di schierare in Europa missili a raggio intermedio con base a terra.
Ora il nostro governo gialloverde ha approvato in sede Nato tale piano e ha dato la disponibilità a installare gli ordigni in Italia, come quelli che erano stati installati a Comiso negli anni ’80. È ormai una vera corsa fra Usa e Russia al riarmo nucleare. Gli Usa, già con Obama e ora con Trump, hanno messo a disposizione oltre mille miliardi di dollari per modernizzare il loro arsenale atomico. La Russia sta tentando di tenere testa agli Usa (Putin ha appena annunciato di aver testato il nuovo missile intercontinentale ipersonico) cercando di avvicinarsi alla nuova potenza, la Cina, che nel 2017 ha speso ben 228 miliardi di dollari in difesa.
Trump, che nel 2017 ha speso in armi 660 miliardi di dollari, sta sferzando i suoi alleati europei perché tutti investano in armi almeno il 2% del Prodotto interno lordo. Se l’Italia obbedisse agli ordini di Trump spenderebbe cento milioni di euro al giorno in armi (già oggi ne spende settanta milioni al giorno!). Siamo ormai davanti ai due blocchi armati fino ai denti con 15.000 bombe atomiche a disposizione. Siamo alla follia collettiva: nel 2017 abbiamo raggiunto a livello planetario l’astronomica cifra di 1.739 miliardi di dollari, pari a oltre 4,5 miliardi di dollari che spendiamo ogni giorno in armi. È una polveriera che potrebbe scoppiarci fra le mani. Gli scienziati dell’Orologio dell’Apocalisse a New York hanno puntato l’orologio a due minuti dalla mezzanotte (ora se simbolizza la fine del mondo).
Davanti a questo pauroso scenario, rimango sbalordito dal silenzio dei cittadini italiani. Perché il grande movimento per la pace non scende unitariamente in piazza per contestare il “governo del cambiamento” che, nonostante le promesse, è diventato guerrafondaio come gli altri? E dovremmo chiedere le ragioni per cui questo governo gialloverde:
– non si oppone agli Usa che vogliono piazzare in Italia una settantina delle nuove bombe nucleari B61-12;
– si rifiuta di firmare il Trattato Onu per l’abolizione degli ordigni nucleari;
– ha deciso di comperare altri caccia F-35, definiti oggi «rrinunciabili», mentre durante la campagna elettorale erano «strumenti di morte»;
– continua a vendere le bombe all’Arabia Saudita che le usa per bombardare lo Yemen in violazione della legge 185/90, che vieta la vendita di armi ai paesi in guerra (i 5 Stelle durante la campagna elettorale ne avevano chiesto «l’embargo totale»);
– ha deciso di lasciare i soldati in Afghanistan, mentre il ritiro dei nostri soldati da quel paese era stato il cavallo di battaglia dei 5 Stelle.
A nome dei centomila che hanno marciato alla Perugia-Assisi lo scorso ottobre, abbiamo scritto al governo e al parlamento perché riceva due delegazioni alle quali dare risposte a queste domande. A tutt’oggi, silenzio! È il tradimento di questo governo!
Mi appello altresì alle comunità cristiane che facciano tesoro delle forti prese di posizione di papa Francesco sulla guerra e sulle armi. È un magistero di una lucidità e forza straordinaria. Mi auguro che questo venga presto percepito dai sacerdoti e dai fedeli. «Offrire la pace è al cuore della missione dei discepoli di Cristo», afferma Francesco nel suo messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2019.
E allora mettiamoci insieme, credenti e non, per un impegno serio contro la folle corsa agli armamenti, soprattutto nucleari, foriera di nuove e micidiali guerre.
Che il 2019 sia un anno di mobilitazione popolare per la pace!
ALEX ZANOTELLI
2 gennaio 2019