Il sogno della pace
La redazione
Intervento di Flavio Lotti alla Marcia della pace che si è svolta a Redipuglia, domenica 11 novembre 2018, a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale.
Intervento di Flavio Lotti alla Marcia della pace che si è svolta a Redipuglia, domenica 11 novembre 2018, a cento anni dalla fine della prima guerra mondiale.
100 anni fa, tutti gli abitanti e i soldati di questa terra avevano in testa solo due cose: un incubo e un sogno.
L’incubo era la guerra. Il sogno era la pace.
La guerra era l’incubo del giorno e della notte. La pace era la fine di quell’incubo.
100 anni fa tutti pensarono che finalmente quell’incubo era finito.
Cento anni dopo, noi sappiamo che quell’incubo non è finito. Si è solo allontanato dalle nostre terre ma continua a devastare il sonno e la vita di milioni di bambini e bambine, donne e uomini di ogni età, in tantissime parti del mondo.
E il sogno? Che fine ha fatto il sogno della pace?
Per quattro anni, dal 2014 al 2018, questa regione, il Friuli Venezia Giulia, ha coltivato un grande progetto, un progetto ambizioso: chiudere definitivamente l’epoca della guerra e inaugurare 100 anni di pace, passare dalla Grande Guerra alla Grande Pace.
E’ stato un progetto straordinario, un grandissimo laboratorio che ha coinvolto 590 docenti di 113 scuole di tutta la Regione e decine di migliaia di studenti. Insieme abbiamo realizzato tantissime attività, progetti, eventi, corsi di formazione, seminari di studio, lezioni, laboratori, meeting, marce per la pace, manifestazioni pubbliche… Quasi 5000 studenti e insegnanti hanno ripercorso le trincee del Carso, da Monfalcone al Kolovrat, sotto la pioggia, il vento, il freddo alla ricerca della via della pace.
In quattro anni, grazie all’impegno generoso di tantissime persone (Loredana Panariti, Regione, Sindaci, insegnanti,… Grazie a Franco Visentin), abbiamo fatto cose bellissime, uniche in Italia e in Europa.
Io sono venuto qui, per dire che questo lavoro deve continuare, con la collaborazione di voi tutti. Insieme possiamo organizzare, in questa terra, nel Carso, un grande Meeting della pace con i giovani, gli studenti di ogni parte d’Europa.
Il Friuli Venezia Giulia può e deve diventare la Capitale Europea della ricerca e dell’impegno per la pace.
Cari amici, ancora oggi c’è gente che dice che i sogni non valgono niente. Ma noi sappiamo che solo i bei sogni sono capaci di scacciare i peggiori incubi. Per questo tutte le sere auguriamo ai nostri bambini di fare dei bei sogni.
La storia ci insegna che gli incubi ritornano. E dunque, se davvero vogliamo scacciare l’incubo della guerra dobbiamo coltivare il sogno della pace.
Ecco cosa dobbiamo fare: ricominciare a sognare la pace. Tutti insieme. Intensamente. Ricominciare a desiderare ardentemente la pace. Ricominciare a sognarla e a vivere il sogno della pace.
Vedete: la pace è come gli alberi della Carnia. Servono molti anni per farli crescere, ma bastano pochi minuti per abbatterli. La guerra, come gli uragani, arriva all’improvviso e fa strage di vite umane come gli uragani degli alberi.
Così è, nella vita, per tutte le cose che ci sono più care. La pace è un bene così grande che tante volte non riusciamo nemmeno a riconoscerlo. Ma se non ce ne curiamo, un po’ tutti i giorni, nelle piccole cose che facciamo tutti i giorni, finiamo per perderlo.
Cari amici, quest’anno non ricordiamo solo il centenario della fine della prima guerra mondiale. Tra un mese, il 10 dicembre, celebreremo il settantesimo anniversario di un documento che è stato scritto dopo la fine della seconda guerra mondiale per impedire che altri bambini venissero travolti dal flagello della guerra. Quel documento è diventato il più diffuso e tradotto di tutti i documenti del mondo. In quel documento, che è diventato la Magna Charta dell’umanità sta scritto che “Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza”.
In questi anni, molte volte, abbiamo ricordato le gesta di solidarietà, altruismo e fratellanza compiuti da molti soldati e civili della Grande Guerra. E per quelle gesta li abbiamo chiamati “eroi”. Quegli esempi ci indicano la strada del futuro: non la via dell’egoismo, dell’individualismo, della chiusura agli altri ma la via della solidarietà, dell’altruismo, dell’accoglienza e della fratellanza.
Questa è la via della pace. La vera pace che nasce dal rispetto dei diritti umani di tutti, che è non solo il sogno della fine dell’incubo della guerra, ma la fine di tutti gli incubi: quelli della fame, della disoccupazione, delle ingiustizie, delle persecuzioni.
Buon cammino a tutti.
Flavio Lotti, Coordinatore della Tavola della pace
Redipuglia, 11 novembre 2018