Perchè un attentato ai cristiani in Egitto


Ibrahim Refat


L’attacco del Capodanno è stato perpetrato da agenti stranieri, probabilmente militanti di al Qaeda venuti da lontano allo scopo di rompere l’unità dell’Egitto. La colpa è sempre dell’altro, dell’untore. Allevia da sempre la nostra sofferenza.


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Perchè un attentato ai cristiani in Egitto

Appena salito a bordo il tassista innesta la marcia  e mi chiede:  “Hai visto quello che hanno combinato quei criminali a Alessandria?” Resto sorpreso di questo esordio così politico ma rispondo con qualche frase di circostanza. Le mie parole gli arrivano mischiate con quelle del notiziario del giornale radio delle due del pomeriggio che rimbomba nella macchina. La notizia degli sviluppi degli indagini sulla strage è già passata;  lo speaker  parla dell’uccisione di un palestinese in Cisgiordania per mano dei soldati israeliani.

Il vecchio autista si infiamma: “Sono convinto che c’è il loro zampino dietro la  carneficina alla chiesa”. Chi? Chiedo io: lui la butta lì: “Gli israeliani. Dove c’è il male ci sono loro”. E’ così che ragiona l’uomo della strada: anche gli attacchi degli squali nel Mar Rosso, un mese fa, furono attribuiti  agli israeliani.
Il potere è stato più vago: l’attacco del Capodanno è stato perpetrato da agenti stranieri, probabilmente militanti di al Qaeda venuti da lontano allo scopo di rompere l’unità dell’Egitto e destabilizzare il paese. La colpa è sempre dell’altro, dell’untore. Allevia da sempre la nostra sofferenza.

Spiego al conducente che l’ala militare di al-Qaeda è stata sempre comandata da egiziani, che il numero due Ayman al-Zawahiri è nato proprio in questo quartiere del Cairo, è cresciuto qui; curava pure i bambini nel suo ambulatorio di pediatra all’angolo della strada che abbiamo lasciato alle nostre spalle.  Lui resta perplesso, replica “mai saputo” ma assicura che “sono sempre criminali quelli che fanno azioni nefande come quelle”.

Anche il mio vicino di casa, copto ortodosso, è  convinto che i criminali di Sidi Bishr sono venuti da lontano: “Non possono essere egiziani. Come si fa? Un egiziano che ammazza altri egiziani”. Eppure, gli dico, negli anni di piombo del terrorismo islamico (1990-1997) fanatici egiziani trucidarono altri egiziani innocenti. Allora i morti furono 1500. Nell’ Alto Egitto i sicari prendevano di mira le chiese  e i copti, ma anche i poliziotti e i turisti. Ora c’è il terrorismo “fai da te”, il terrorismo “in franchising”. Si evolve, anche noi dovevamo sperimentare le nuove frontiere, del terrorismo come delle nuove automobili “Made in China”.

Fonte: Articolo21

2 gennaio 2010

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