Istat: la disoccupazione sale all’8,7%
Redattore Sociale
Il tasso di disoccupazione ad ottobre – comunica l’Istat – è cresciuto all’8,7% dall’8,4% di settembre. Si tratta del valore più alto dall’inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio 2004.
Roma – Sale la disoccupazione nel mese di ottobre. Secondo quanto riferisce l’Istat, infatti, il tasso e’ passato, rispetto a settembre, dall’8,4% all’8,7%. Nel terzo trimestre 2010 il numero di occupati, al netto dei fattori stagionali, risulta pari a 22.811.000 unita’ segnalando un calo rispetto al trimestre precedente pari allo 0,2%. A fronte della significativa discesa nel Mezzogiorno e, in misura piu’ ridotta nel Centro, l’occupazione rimane stabile nel Nord. La riduzione congiunturale dell’occupazione, diffusa settorialmente, riguarda soprattutto l’agricoltura e l’industria. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, sempre in termini destagionalizzati, il numero di occupati scende di 176.000 unita’ (-0,8%).
Anche in termini tendenziali il calo dell’occupazione riguarda in particolare il Mezzogiorno. Nel terzo trimestre 2010 il numero delle persone in cerca di occupazione risulta pari a 2.068.000 unita’, con una flessione dell’1,7% (-36.000 unita’) rispetto al secondo trimestre. La discesa congiunturale della disoccupazione si concentra nelle regioni settentrionali. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il numero dei disoccupati sale invece del 3,1% (+61.000 unita’). Nella media del terzo trimestre 2010, il tasso di disoccupazione e’ pari all’8,3%, con un calo di un decimo di punto rispetto al secondo e un aumento di tre decimi rispetto al terzo trimestre 2009.
In base ai dati non destagionalizzati, si registra una modesta discesa dell’occupazione femminile rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente (-0,1%, pari a -11.000 unita’), mentre il calo di quella maschile si mantiene particolarmente sostenuto (-1,5%, pari a -211.000 unita’).
La riduzione del numero degli occupati sintetizza un’ulteriore sostenuta flessione della componente italiana (-342.000 uomini, pari al -2,7%; -80.000 donne, pari al -1%) e una crescita di quella straniera (+131.000 uomini e +69.000 donne). A livello territoriale, alla riduzione del Nord (-0,7%, pari a -83.000 unita’) e, soprattutto, del Mezzogiorno (-2,1%, pari a -135.000) si accompagna la sostanziale stabilita’ del Centro. Nelle regioni meridionali il calo del numero degli occupati prosegue ininterrotto da un biennio. Con riferimento alla crescita tendenziale dell’occupazione in alcune regioni (Valle d’Aosta, Umbria, Lazio e soprattutto Veneto) si segnala che gli intervalli di confidenza, al 95% di probabilita’, si sovrappongono dando luogo a variazioni statisticamente non significative.
Il tasso di occupazione 15-64 anni e’ pari al 56,7%, con una flessione di otto decimi di punto percentuale rispetto al terzo trimestre 2009. L’indicatore scende al 67,6% (-1,2 punti percentuali su base annua) per gli uomini e al 45,8 per cento (-0,3 punti percentuali) per le donne. Dopo la discesa intervenuta dal primo trimestre del 2009 al secondo trimestre 2010, il tasso di occupazione degli stranieri rimane pressoche’ stabile su base annua, posizionandosi al 63,7 per cento (63,8% nel terzo trimestre 2009). Il risultato sintetizza un accrescimento dell’indicatore tra gli uomini (dal 77,7 al 78,3%) e una persistente flessione tra le donne (dal 51 al 50,2%).
Nel terzo trimestre del 2010 la crescita della disoccupazione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, continua ad interessare in misura piu’ significativa gli uomini (+38.000 unita’) in confronto alle donne (+12.000 unita’).
Alla crescita della disoccupazione femminile straniera (+17.000 unita’) ha corrisposto la flessione di quella maschile (-13.000 unita’). L’aumento della disoccupazione si concentra tra gli ex-inattivi con precedente esperienza nel Centro e tra gli uomini che hanno perso il lavoro nel Mezzogiorno.
L’aumento registrato, in base ai dati non destagionalizzati, tra il terzo trimestre del 2009 e lo stesso periodo del 2010 e’ stato di 0,3 punti percentuali per la componente maschile e di 0,1 punti percentuali per quella femminile. Nel Nord la sostanziale stabilita’ dell’indicatore (dal 5,1 al 5,2%) riguarda sia gli uomini sia le donne; nel Centro il tasso si porta al 7% (era 6,5% un anno prima), per una crescita dovuta ad entrambe le componenti di genere.
Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione risulta pari al 12,1% (era l’11,7% un anno prima), con una punta del 13,9% per le donne. Il tasso di disoccupazione degli stranieri si porta al 9,8%, sette decimi di punto in meno rispetto a un anno prima (dal 9,9 all’8,1% per gli uomini e dall’11,5 al 12,2% per le donne).
Il tasso di disoccupazione dei giovani di 15-24 anni raggiunge il 24,7%, con un massimo del 36% per le donne del Mezzogiorno. Nella classe tra i 20 e i 24 anni, il tasso di disoccupazione si attesta al 22,5% (20,8% nel terzo trimestre 2009).
Nel terzo trimestre 2010 il numero di inattivi in eta’ compresa tra i 15 e i 64 anni risulta in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2009, nell’insieme del territorio nazionale. Nel Nord (+2,2%, pari a 120.000 unita’) l’incremento, piu’ sostenuto rispetto al recente passato, interessa entrambe le componenti di genere, mentre nel Centro (+1,3%, pari a 35.000 unita’) l’aumento si concentra nella sola componente maschile.
Nel Mezzogiorno, il numero di inattivi, gia’ in crescita nei precedenti trimestri del 2010, registra un’ulteriore espansione, manifestando una variazione tendenziale del 2,2%, pari a 149.000 unita’ in piu’ rispetto al terzo trimestre del 2009. L’aumento e’ dovuto in buona parte al riproporsi di fenomeni di scoraggiamento, ovvero di rinuncia alla ricerca di un impiego.
Nel terzo trimestre 2010 il tasso di inattivita’ della popolazione tra i 15 e i 64 anni si attesta al 38,6%, sei decimi di punto in piu’ rispetto a un anno prima. Gli uomini registrano un incremento dell’indicatore piu’ sostenuto in confronto a quello manifestato dalle donne. Nel Nord l’indicatore raggiunge il 31,6% (31% nel terzo trimestre 2009). Nel Centro il tasso di inattivita’ si posiziona al 34,1% (33,9% nel terzo trimestre 2009), scontando la crescita della componente maschile e il calo di quella femminile. Nel Mezzogiorno, il tasso di inattivita’ registra un aumento tendenziale di un punto percentuale attestandosi al 50%.
Fonte: Redattore Sociale
21 dicembre 2010