Gli studenti: “Non siamo violenti, vi spiazzeremo”


Mariagrazia Gerina - unita.it


“Non cadiamo nella trappola che ci sta tendendo il Governo: i veri violenti sono loro che continuano a gettare benzina sul fuoco”. All’università la Sapienza di Roma si riorganizza il movimento pronto a tornare in piazza.


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Gli studenti: "Non siamo violenti, vi spiazzeremo"

«Non cadiamo nella trappola che ci sta tendendo il governo: i veri violenti sono loro che continuano a gettare benzina sul fuoco, non noi. Loro replicheranno la zona rossa e si aspettano che noi proveremo di nuovo a violarla: e invece no, noi li spiazzeremo anche stavolta». Alla Sapienza, da dove tutto è partito, nell’aula 1 di Lettere, ieri sera, va in scena il tentativo di salvare il movimento e di lanciare la protesta oltre la scena del trauma. I banchi ad anfiteatro sono pieni di studenti. Le immagini di quello che è accaduto il 14 dicembre ce l’hanno tutti negli occhi. Stavolta non è dato replicare.

«La rabbia del 14 dobbiamo dobbiamo convertirla in qualcosa capace di durare». Anche perché tutti sanno come andrebbe a finire il remake. Molti invocano lo sciopero generale. «I giornalisti fuori, però, prego»: lo slogan «non mi fido», a questo punto, vale anche per la stampa. Davanti, c’è l’appuntamento «della vita». Alle 9.30, davanti alla Sapienza, come l’altra volta. Mentre il senato, asserragliato, dirà l’ultima parola sulla riforma Gelmini. La strategia per evitare le trappole è spostare altrove la protesta. «Loro si chiuderanno nella zona rossa, noi vogliamo essere ancora liberi di parlare e di comunicare con la città e con il paese». Parlano di blitz, azioni a sorpresa. I conti però con quello che è accaduto il 14 dicembre non sono ancora chiusi. Il fantasma del ragazzo che prova a imporre il suo «ordine» a colpi di casco fa irruzione anche nell’assemblea. «Ma come ce la prendiamo con gli agenti se ci manganellano e poi dobbiamo vedere uno di noi che prende a cascate un ragazzino di quindici anni?».

Quel fantasma ora ha un nome e un cognome, Manuel De Santis, vent’anni. Non è uno studente, è un pizzaiolo, precario. «Un cane sciolto», dice il suo avvocato. Sabato ha consegnato ai magistrati romani poche righe in cui ammette che è lui ad aver spaccato la testa a quel razzino. «Non reggevo al rimorso, dovevo fare qualcosa». E adesso aspetta di essere convocato dai pm, che hanno aperto un fascicolo per lesioni volontarie gravi. «Sono io quello con il casco, da quel giorno non riesco più a dormire», recita la sua confessione: «Volevo evitare che la manifestazione avesse una deriva violenta, alcuni manifestanti stavano prendendo di mira la polizia attaccando le loro camionette, volevano raggiungere il senato, mi sono lanciato contro alcuni di loro e ho finito per perdere il controllo, ma non volevo provocare quello che ho provocato».

Ora dice che vorrebbe incontrare Cristiano, il ragazzo finito a terra con la testa spaccata, chiedergli perdono. La famiglia dice che è disposta a risarcire lui e la sua famiglia. «Sono sconvolti e addolorati per quanto è successo», racconta il suo avvocato Tommaso Mancini, già difensore di Tony Negri, di Achille Lollo, di Francesca Mambro. «Tutto molto prematuro», risponde per ora il padre di Cristiano, che ieri ha presentato in Procura la sua denuncia. E intanto in rete spunta un filmato più ampio, in cui si vede Manuel che, qualche minuto prima di mandare a terra Cristiano, imbraccia il casco e colpisce un altro ragazzo. «Quello era uno del servizio d’ordine», dice intanto il tam tam della Rete. «È uno dei disobbedienti, di Esc». Esc è un centro sociale, vicino all’università, frequentato soprattutto da studenti. Nel video si riconoscono anche alcuni di loro. «Manuel però non è un nostro militante». Ad Esc dicono di ricordarlo come uno che prendeva parte ai cortei, qualche volta alle feste. «Il suo è un gesto senza senso, che tutti abbiamo condannato».

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LE INIZIATIVE NELLE ALTRE CITTA'

PISA
In otto protestano con lo sciopero della fame
Otto studenti pisani hanno iniziato ieri lo sciopero della fame e promettono di portarlo avanti finché il ddl non sarà ritirato. «A un governo che si compra la fiducia in Parlamento rispondiamo affermando la nostra fame di cultura», dicono i collettivi pisani.

SASSARI
Spediscono pacchi di carbone a Gelmini
Dalla Sardegna gli studenti lanciano una nuova forma di protesta: il pacco regalo, che in questo caso è un pacco di carbone, indirizzato direttamente al ministro Gelmini. Stamani alle 10 a Sassari, i ragazzi sardi andranno alle poste per spedirli e invitano tutti gli universitari a fare altrettanto con una iniziativa lanciata su facebook dal titolo “Buon Natale, Gelmini!”.

GENOVA
Corteo funebre e una staffetta di dibattiti
Una staffetta di dibattiti nei diversi poli universitari (da via Dodecaneso a via Podestà) e un corteo funebre nel pomeriggio sono in programma oggi a Genova. Agitazioni che continueranno domani nella stessa forma, contro il voto della riforma.

FIRENZE
Un grande corteo punterà a bloccare il traffico
Un «grande corteo con il quale bloccheremo il traffico e colpiremo alcune location simboliche di Firenze, per esprimere il dissenso verso la riforma Gelmini». Lo annuncia per domani il portavoce del collettivo di Scienze Politiche di Firenze, Matteo Lottini.

Fonte: l'Unità

21 dicembre 2010

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