Ventimiglia, frontiera dell’orrore


la Repubblica


Giovanissime donne costrette a prostituirsi per passare la frontiera. A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio, Save the Children diffonde il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2018”, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento delle minorenni e dei minori.


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Italian police officers surround a family of migrants during an operation to remove them from the Italian-French border in the Italian city of Ventimiglia on June, 16, 2015.  Italy and France engaged in a war of words as a standoff over hundreds of Africans offered a graphic illustration of Europe's migration crisis. Italian Interior Minister Angelino Alfano described images of migrants perched on rocks at the border town of Ventimiglia after being refused entry to France as a "punch in the face for Europe."  AFP PHOTO / JEAN CHRISTOPHE MAGNENET        (Photo credit should read JEAN CHRISTOPHE MAGNENET/AFP/Getty Images)

L’ultima frontiera dell’orrore passa per Ventimiglia. Qui nell’ultimo anno è esploso il fenomeno del “survival sex”, ovvero delle minorenni costrette a prostituirsi per pagare il passaggio del confine o reperire cibo e un posto dove dormire. Si tratta di ragazze provenienti per lo più dal Corno d’Africa e dall’Africa-sub-sahariana che devono versare ai passeurs tra i 50 e i 150 euro per il viaggio in auto. Altra frontiera dello sfruttamento resta da sempre quella del marciapiede: qui continua ad aumentare il numero delle nigeriane vittime della prostituzione forzata. È il fenomeno sommerso della tratta dei minori, su cui prova a fare un po’ di luce l’ultimo rapporto di Save the Children.

· Un esercito invisibile
A pochi giorni dalla Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani, che si celebra il 30 luglio, Save the Children diffonde il rapporto “Piccoli schiavi invisibili 2018”, una fotografia aggiornata della tratta e dello sfruttamento dei minori. Nel mondo sono quasi 10 milioni i bambini e gli adolescenti che, nel solo 2016, sono stati costretti in stato di schiavitù, venduti e sfruttati principalmente a fini sessuali e lavorativi. E nel nostro Paese?
· Crescono i minori sfruttati
Quanto all’Italia, le unità di strada del programma “Vie d’uscita” di Save the Children per il contrasto allo sfruttamento sessuale dei minori, tra gennaio 2017 e marzo 2018, sono entrate in contatto con 1.904 vittime, di cui 1.744 neomaggiorenni o sedicenti tali e 160 minorenni, in netta prevalenza (68%) nigeriane, seguite dalle romene (29%). Un numero nettamente cresciuto rispetto al periodo maggio 2016-marzo 2017, quando erano state contattate 1.313 vittime.

· Ragazzi in fuga
Al 31 maggio 2018, 4.570 minori risultano irreperibili nel nostro Paese, hanno cioè abbandonato le strutture di accoglienza in cui erano stati inseriti, in particolare nelle regioni del Sud. Si tratta per lo più di minori eritrei (14%), somali (13%), afgani (10%), egiziani (9%) e tunisini (8%). L’abbandono del sistema di accoglienza e l’ingresso nell’invisibilità espone i minori a rischi notevoli, in particolare i più vulnerabili come le ragazze minorenni provenienti dal Corno d’Africa.

· Il flop dei ricollocamenti
“Le nostre evidenze – spiega Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children – ci dicono che l’interruzione, a settembre 2017, del programma europeo di relocation ha contribuito in maniera importante a costringere i minori in transito a riaffidarsi ai trafficanti o a rischiare la propria vita pur di varcare i confini, così come continua ad accadere a Ventimiglia, a Bardonecchia o al Brennero”.

· Il caso delle nigeriane
Vittime di tratta nel nostro Paese sono soprattutto le ragazze nigeriane e romene. Tra le nigeriane che giungono via mare in Italia, 8 su 10 sarebbero potenziali vittime di tratta a fini di sfruttamento sessuale, un numero che ha fatto registrare, tra il 2014 e il 2016, un incremento del 600 per cento. Indotte dai loro sfruttatori a dichiararsi maggiorenni al momento delle operazioni di identificazione in seguito allo sbarco, molte giovanissime nigeriane sfuggono infatti al sistema di protezione per minori.

Repubblica

27 luglio 2018

 

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