Respinta al confine muore dopo il parto
L'Osservatore Romano
La migrante aveva tentato di entrare in Francia dall’Italia. Era incinta e malata. E’ stata respinta dalla Francia.
Era incinta, aveva un grave linfoma ed è stata respinta alla frontiera di Bardonecchia dalle autorità francesi. La donna, nigeriana di 31 anni, è morta all’ospedale Sant’Anna di Torino dopo un parto cesareo: il suo bimbo, nato prematuro, si chiama Israel e sta bene.
La donna era arrivata con il marito, anche lui richiedente asilo, alla frontiera tra Italia e Francia all’inizio di febbraio, nei giorni in cui le strade erano impraticabili a causa delle nevicate, mai così abbondanti negli ultimi anni. La notte del 9 febbraio i due hanno tentato la traversata del Colle della Scala, ma la gendarmeria francese li ha intercettati e riportati in Italia. Anziché accompagnare la donna, al settimo mese di gravidanza, al vicino ospedale di Briançon, i gendarmi l’hanno lasciata davanti alla stazione di Bardonecchia. «Li hanno lasciati davanti alla saletta di Bardonecchia senza nemmeno bussare alla dottoressa che era di turno all’interno» racconta Paolo Narcisi, presidente dell’associazione Rainbow4 Africa. I volontari che l’hanno soccorsa hanno raccontato che la donna «non si reggeva sulle gambe». Grazie alla mobilitazione dei volontari, la donna è stata quindi trasportata a Torino, dove è stata ricoverata all’ospedale di Rivoli per una settimana. Poi è stata trasferita al Sant’Anna. Lo scorso 15 marzo con parto cesareo è stato fatto nascere il suo bimbo, nonostante pesasse solo 700 grammi. Il piccolo il cresce e le sue condizioni appaiono buone. «Ora pesa quasi 900 grammi. All’inizio ha avuto bisogno di assistenza nella respirazione ma va meglio» dicono alla neonatologia. La mamma, purtroppo, è morta in sala parto.
Nei giorni scorsi, nei pressi del passo di Monginevro a 1900 metri d’altezza, una guida alpina francese ha salvato una migrante, anche lei incinta, finendo sotto processo: Benoît Ducos è formalmente accusato di aver violato le leggi sull’immigrazione, per aver soccorso una donna all’ottavo mese di gravidanza che tentava, insieme con la propria famiglia, di attraversare il confine.
Osservatore Romano
24 marzo 2018