Otto paesi protestano contro Israele


Nena News


Il quotidiano Haaretz scrive che la protesta riguarda la confisca di strutture mobili e attrezzature che i Paesi avevano reso disponibili per le comunità beduine nell’area C, sotto il controllo totale delle forze di occupazione israeliane


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Palestinians look at the remains of a school project that was funded by the European Commission Humanitarian Aid and Civil Protection (ECHO) and was demolished by Israeli forces, in Khirbet Tana near the West Bank city of Nablus March 29, 2016. REUTERS/Abed Omar Qusini

Otto Paesi dell’Unione europea hanno firmato e si preparano ad inviare una lettera di protesta ufficiale a Israele in cui chiedono oltre 30.000 euro di risarcimento per la confisca e la demolizione di edifici, strutture e infrastrutture che avevano costruito a favore della popolazione civile palestinese nell’area C della Cisgiordania, sotto il controllo delle forze di occupazione israeliane. Lo riferisce oggi il quotidiano israeliano Haaretz.

Un anonimo diplomatico europeo, citato dal giornale, ha spiegato che la lettera, la prima del suo genere, sarà consegnata nei prossimi giorni al ministero degli esteri israeliano. Secondo il diplomatico è l’ambasciatore del Belgio, Olivier Belle, il promotore principale dell’iniziativa. Gli altri Paesi coinvolti sono la Francia, la Spagna, la Svezia, il Lussemburgo, l’Irlanda, la Danimarca e anche l’Italia. Tutti e otto fanno parte del “Consorzio di protezione della Cisgiordania”, un organismo con il quale coordinano gli aiuti e l’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese che vive nella zona C.

La lettera di protesta fa riferimento alla confisca di pannelli solari installati nelle comunità beduine e alla demolizione di strutture mobili finanziate e costruite dagli otto Paesi in alcuni insediamenti beduini in Cisgiordania, in qualche caso a sostegno di bambini che frequentano le scuole elementari. I firmati, aggiunge Haaretz, avvertono che se Israele non restituirà senza porre condizioni le attrezzature che ha sequestrato, allora chiederanno un risarcimento.

La demolizione e il sequestro di attrezzature umanitarie, comprese le infrastrutture scolastiche e l’ingerenza nel trasferimento di aiuti umanitari sono in contrasto con gli obblighi imposti dal diritto internazionale alle potenze occupanti e causano sofferenze ai palestinesi.

Israele, conclude Haaretz, rifiuta categoricamente la richiesta di risarcimento. La sua posizione è che i progetti e gli investimenti europei rappresentano un’assistenza illegale attuata senza alcun coordinamento con le autorità militari e con l’obiettivo di rafforzare la presenza dei palestinesi nell’area C. I Paesi europei invece fanno riferimento alla Convenzione di Ginevra, secondo la quale Israele è obbligato a soddisfare le necessità quotidiane della popolazione palestinese nell’Area C e, poiché non lo fa, loro intervengono con gli aiuti umanitari.

Nena News

20 ottobre

 

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