Giornata Mondiale del Risparmio: un miraggio per molti


Redattore Sociale


Indagine Ipsos-Acri per oggi: 86ma Giornata mondiale del risparmio. Fra gli italiani emerge la consapevolezza che uscire dalla crisi richiederà tempi lunghi. Napolitano: “Più disciplina nei conti”.


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Giornata Mondiale del Risparmio: un miraggio per molti

Risparmi, italiani attendono tempi migliori: 1 famiglia su 4 intacca quelli passati

ROMA – Risparmiare? Per farlo in modo davvero consistente gli italiani attendono tempi migliori, che però non paiono intravvedersi all’orizzonte. Nonostante questo, le famiglie che sono comunque riuscite a mettere qualcosa da parte sono poco più di un terzo, il che conferma la generale alta propensione al risparmio diffusa fra gli italiani. Ad affermarlo è l’indagine realizzata da Ipsos per l’Acri in occasione della Giornata mondiale del risparmio che si celebra domani.
 
Il numero di famiglie che sono riuscite a risparmiare nel 2010 è sostanzialmente lo stesso del 2009 (il 36%, erano il 37% un anno fa) e sono in crescita (49% contro il 43% del 2009) quelle che ritengono che nel 2011 la loro capacità di accumulo resterà costante. Chi è riuscito a risparmiare si trova soprattutto nel Nord del Paese (Nord Est 45%, Nord Ovest 41%) dove le percentuali sono lievemente in crescita rispetto a quelle del 2009. In affanno sono i risparmiatori del Sud (dove risparmia il 30%, come nel 2009) e soprattutto quelli del Centro, dove si verifica la maggiore contrazione del numero di famiglie che riescono a risparmiare (scese al 32% dal 39% del 2009).
 
Coloro che sono in una situazione di equilibrio, cioè non riescono ad accumulare risparmio, ma nemmeno devono decumulare o ricorrere a prestiti, sono all’incirca il 37% degli italiani, dato coerente con il 38% del 2009 (nel 2010 l’equilibrio è soprattutto in Centro Italia). A parte un 1% di famiglie che non si pronuncia, il restante 26% si trova in “saldo negativo” di risparmio (percentuale analoga a quella del 2009, 25%), ossia si tratta di famiglie che per tirare avanti hanno dovuto ricorrere a prestiti, bancari e non (7%) e famiglie che hanno dovuto decumulare risparmi passati (19%). Le famiglie in saldo negativo sono soprattutto al Sud, dove nel 2010 raggiungono il 34% (erano il 31% nel 2009). Da notare che si registra una maggiore concentrazione di coloro che si trovano in crisi moderata nelle città di media dimensione e tra coloro che hanno più di 65 anni, mentre quanti si trovano in crisi grave di risparmio vivono soprattutto in grandi città e hanno tra i 45 e i 65 anni.
 
Quanto alle aspettative future, a dominare è la staticità. Quasi la metà delle famiglie (49%, erano il 43% nel 2009) ritiene che la propria situazione in termini di risparmio rimarrà la stessa; il 15% spera di riuscire a risparmiare di più nel prossimo anno (nel 2009 erano il 19%); mentre il 36% teme che riuscirà a risparmiare meno (erano il 38% nel 2009).

Fonte: Redattore Sociale

27 ottobre 2010

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Fra gli italiani “attendismo prudente e preoccupato”. Calano le famiglie che migliorano il tenore di vita

ROMA – Un “attendismo prudente e preoccupato”. E’ questa la caratteristica principale degli italiani secondo l’indagine sugli italiani e il risparmio realizzata da Ipsos per l’Acri in occasione dell’annuale Giornata Mondiale del Risparmio. L’apertura di credito sul futuro registrata un anno fa sembra aver lasciato il campo alla consapevolezza che l’uscita dalla crisi sarà graduale e con tempi più lunghi rispetto a quanto previsto lo scorso anno. L’83% del campione (era il 78% un anno fa) percepisce la crisi come grave e il 69% si aspetta che non se ne potrà uscire prima di 4 anni (erano il 57% un anno fa), con il 31% che ipotizza addirittura una soglia di 5 anni o più. Con il perdurare della crisi, insomma, i tempi per la sua conclusione sembrano allungarsi anziché ridursi e questa situazione si traduce in una crescente preoccupazione unita a un prudente attendismo, in particolare se riferito specificatamente alla situazione italiana. E’ altrettanto vero che però che pensando al futuro dell’economia in generale, l’ottimismo prudente registrato nel 2009 (il 55% di ottimisti contro il 29% di pessimisti) rimane tuttora maggioritario, anche se assai ridimensionato: il 45% di ottimisti contro il 37% di pessimisti (in particolare nel Centro Italia gli ottimisti passano dal 57% del 2009 al 39% del 2010).
 
A questo diffuso “attendismo prudente e preoccupato” – affermano Acri e Ipsos – si accompagna l’idea da parte di un sempre maggior numero di famiglie, di godere di una situazione economica tutto sommato soddisfacente: sia tra coloro che sono fiduciosi sul proprio futuro sia tra coloro che risultano preoccupati. Nonostante, infatti, le attese negative sulla durata e sulla gravità della crisi, i soddisfatti della propria situazione economica crescono di 2 punti percentuali, dal 54% al 56% e dall’inizio della crisi crescono addirittura di 5 punti percentuali (nel 2007 e nel 2008 erano il 51%): in particolare crescono nel Nord Est (+9 punti percentuali dal 2009) e nel Nord Ovest (+5 punti
percentuali), mentre il Centro e il Sud sono assenti da questo recupero. Le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita sono il 6%, in discesa costante da cinque anni: se nel 2006 (quando la percentuale era all’11%), una famiglia su 9 sentiva di migliorare la propria posizione, oggi questa è una esperienza che tocca solo una famiglia su 17. Quanto alle prospettive future sulla propria situazione personale, quasi la metà degli intervistati (il 49%) ritiene che non cambierà, ma i fiduciosi (28%) superano gli sfiduciati (19%).
 
La situazione nel paese – argomenta la ricerca – sembra dunque polarizzarsi: in un clima di preoccupazione generale, chi non è stato direttamente colpito dalla crisi tende a rivalutare la propria situazione personale, nonostante sia preoccupato; al contempo c’è il 23% delle famiglie (quasi una su quattro) che è stato colpito effettivamente dalla crisi (nel senso che qualcuno appartenente al nucleo familiare ha perso il lavoro oppure ha avuto delle condizioni peggiorative) ed è particolarmente pessimista e critico riguardo la propria situazione economica.

Fonte: Redattore Sociale

27 ottobre 2010

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Napolitano: "Più disciplina nei conti"

«Uno sviluppo duraturo ed equilibrato richiede un a maggiore disciplina, sia nella gestione delle risorse pubbliche sia nell’attività finanziaria privata». E' il messaggio inviato dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano alla Giornata Mondiale del Risparmio. Per Napolitano, «occorrono regole e comportamenti ispirati ad un grande rigore, una scelta oculata delle priorità, trasparenza e correttezza nella gestione del risparmio privato».

Il presidente della Repubblica sottolinea che «sono da condividere le iniziative che si vanno perfezionando in sede europea perfezionando in sede europea per un rafforzamento della sorveglianza in ordine alle politiche di bilancio, alle politiche macroeconomiche e all’attuazione delle riforme strutturali».

Napolitano osserva poi che «non minore importanza hanno le misure adottate per la realizzazione di un nuovo sistema europeo di vigilanza capace di eliminare o contenere quei fattori di rischio la cui crescita incontrollata ha costituito un elemento determinante della crisi economica». Quanto al sistema finanziario, il Capo dello Stato osserva come esso debba essere «al servizio dell’attività economica e consenta in tal modo un impiego produttivo delle risorse pubbliche e private».

Fonte: La Stampa

28 ottobre 2010

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