Condanna a morte per Tareq Aziz


La Stampa


La decisione del tribunale di Baghdad: Sarà impiccato l’ex numero due del regime di Saddam Hussein.


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Condanna a morte per Tareq Aziz

Il tribunale di Baghdad ha emesso questa mattina una sentenza di condanna a morte per l’ex vice presidente iracheno Tareq Aziz. Lo ha annunciato poco fa la tv di stato irachena.

L’alta corte del tribunale penale di Baghdad ha previsto che la pena capitale alla quale è stato condannato l’ex vice presidente iracheno, Tareq Aziz, sarà eseguita mediante impiccaggione. Secondo quanto riporta il sito locale al-Sumaria News, l’ex gerarca iracheno è stato condannato nell’ambito del processo relativo alla chiusura dei partiti religiosi in Iraq.

Sono stati condannati alla pena capitale anche l’ex ministro dell’Interno, Saadun SHaker e l’ex segretario personale di Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud. È questo uno dei sette processi nei quali è imputato Tareq Aziz e riguarda la caccia avviata negli anni ottanta contro i partiti politici sciiti filo iraniani che ha visto in quegli anni eseguire una serie di arresti e di condanne a morte nei confronti dei principali esponenti politici sciiti del paese.

Unico cristiano e cattolico – di fede caldea – nell’entourage di Saddam Hussein, Tareq Aziz è stato l’uomo del quale si è servito l’ex dittatore per aprire un ponte con la comunità internazionale. Nato nel 1936 vicino Mosul, laureato in lingua e letteratura inglese, giornalista, è stato ministro degli Esteri e vicepremier durante la dittatura di Saddam. Il suo vero nome è Mikhail Yuhanna.

Aziz ha sempre messo in secondo piano la sua appartenenza religiosa, presentandosi prima di tutto come arabo iracheno e membro del Baath. Davanti alla nazionalizzazione delle scuole cristiane non ha mosso ciglio, stessa cosa con il provvedimento per l’insegnamento obbligatorio del Corano. Membro del Comando del Consiglio della Rivoluzione, per la sua imperturbabilità, per la grande conoscenza dei meccanismi della diplomazia e per la sua fedeltà al regime è stato definito anche il "Gromiko di Bagdad".

Il vicepremier iracheno il 14 febbraio 2003 è stato ricevuto per un colloquio di circa mezz’ora dal Papa Giovanni Paolo II. Dinanzi alle continue pressioni esercitate dagli Usa perchè la dirigenza irachena si dimettesse, Tareq Aziz aveva così risposto: «Qualcuno non comprende che siamo patrioti. Noi in Iraq siamo nati e in Iraq moriremo».

Fonte: La Stampa

26 ottobre 2010

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