Se la democrazia non è un bene comune
Gian Mario Gillio
“Siamo molto preoccupati per quanto Trump intende fare attraverso il suo programma politico che, se attuato, metterebbe a rischio le persone più vulnerabili”: scrive in una lettera il Consiglio Nazionale delle Chiese statunitensi.
Il Consiglio Nazionale delle Chiese statunitensi (Nccusa) – che rappresenta 38 denominazioni e comunità di fede, ovvero circa 45 milioni di persone – ha diramato, venerdì scorso, ricorda l’informatore religioso Jack Jenkins su Thinkprogress.org, una dichiarazione firmata insieme alla Conferenza delle chiese nere nazionali denominata «Povertà ecumenica».
La lettera indirizzata all’ex uomo d’affari chiede di non abrogare l’Affordable Care Act (Aca), detto anche Obama Care, ossia, la copertura nazionale sanitaria per tutti, e di non tagliare i finanziamenti al Dipartimento di agricoltura statunitense, il Supplemental Nutrition Assistance Program (Snap), ossia l’assistenza alimentare già erogata a 44 milioni di persone (meglio conosciuta con il nome di «buoni pasto»), ritenendo questi programmi importanti per la protezione e la tutela dei poveri e delle persone vulnerabili.
«Siamo molto preoccupati per quanto Trump intende fare attraverso il suo programma politico che, se attuato, metterebbe a rischio le persone più vulnerabili che vivono tra di noi – si legge –. Nelle scritture bibliche vi è scritto di prendersi cura dei poveri e dei più vulnerabili. […] e proprio mentre si stava lavorando per migliorare l’Aca, rivolta a tutti gli americani – prosegue la dichiarazione –, c’è chi intende abrogarla senza offrire nessuna alternativa. Questa è un’azione spericolata che mette in pericolo, inutilmente, la salute di milioni di persone e non è certamente il modo giusto per fare diventare più grande la nostra America».
«Stephen Bannon, Jefferson Beauregard Sessions e Michael Flynn – si legge ancora – incarnano una visione estrema e razzista del mondo; riteniamo queste persone moralmente incompatibili con i principi cristiani che sono invece indirizzati amorevolmente verso il prossimo. Sono persone che rappresentano un’antitetica visione anche dei valori americani, volti ad ottenere “libertà e giustizia per tutti”», prosegue la dichiarazione.
«Questi discutibili candidati – prosegue la missiva – rappresentano un’epoca ormai passata dove l’odio era dominante. Le loro credenziali sono la corruzione l’apologia razzista e antisemita, l’idea di una sola supremazia bianca. Queste ideologie xenofobe e anti-musulmane non sono accettabili e dovrebbero immediatamente escluderli dal servizio come pubblici ufficiali e rappresentanti istituzionali. Esortiamo il presidente eletto a proteggere l’integrità della nostra nazione, sostituendo questi candidati con altri che rappresentino realmente la maggior parte della nostra popolazione e che con essa, e con noi, possano condividere i veri valori americani rivolti al bene comune».
Malgrado Trump abbia vinto grazie anche al significativo sostegno elettorale delle chiese evangeliche – ricorda il giornalista Jenkins –, molte di queste oggi si stanno muovendo in senso opposto: «una tendenza emergente di critiche ovviamente giunge da membri della sinistra religiosa – dice Jenkins –: lo scorso dicembre un gruppo eterogeneo di leader religiosi e di donne ha firmato una petizione (2.500 solo del clero) denunciando le volgarità e le tendenze pericolose di Trump. Altre comunità hanno aperto le loro chiese per offrire un rifugio a richiedenti asilo e a senza fissa dimora che Trump intende espellere. Le alleanze storiche di gruppi ebraici e musulmani americani si stanno unendo per combattere l’ondata di islamofobia e di antisemitismo emergente. Nel passato già diversi membri religiosi anche di mentalità conservatrice religiosa anche di destra, come Russell Moore della Southern Baptist Convention, già nel settembre 2015, chiedevano ai membri di chiesa di abbandonare Trump in quanto egli è “l’oppositore di tutto ciò nel quale crediamo».
Fonte: www.articolo21.org
20 gennaio 2017