Turchia, ucciso ambasciatore russo


Katia Riccardi


Il diplomatico raggiunto da colpi di arma da fuoco all’inaugurazione di una mostra fotografica. Altre tre persone ferite. L’aggressore ucciso dalle forze speciali. Mosca: “Atto terroristico, un giorno tragico per la diplomazia”.


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L’ambasciatore russo ad Ankara, Andrey Karlov, è stato ucciso in un attentato. Colpito a morte mentre parlava a una mostra fotografica da un poliziotto che per entrare alla Galleria d’arte ha mostrato il tesserino. Giacca nera e cravatta, la pistola in pugno, ha cominciato a sparare gridando “vendetta” e poi “Aleppo” o “noi moriamo in Siria voi morite qua”.

Il diplomatico si è accasciato a terra, ha ricevuto le prime cure sul posto ma non è stato neanche trasportato in ospedale, sarebbe stato inutile. Le forze speciali turche hanno fatto irruzione nella galleria d’arte e ucciso l’aggressore che continuava a sparare. “Non uscirò vivo da qui, non vi avvicinate!”, gridava.

Fonti dell’ambasciata, citate dai media locali, precisano che il diplomatico stava tenendo un discorso alla Galleria di Arte contemporanea, per la mostra fotografica ‘la Russia vista dai turchi’.

Un video mostra il momento dell’attacco. L’agente ha la pistola in pugno, è vestito in abito scuro, giacca, cravatta, e grida: “Non dimenticatevi di Aleppo, non dimenticatevi della Siria”. Poi l’urlo, “Allahu Akbar”, “Dio è grande”.

È stato identificato dopo essere stato ucciso. Era un diplomato del 2014 dell’accademia di polizia Rustu Unsal di Smirne, si chiamava Mevlut Mert Altintas, aveva 22 anni e faceva parte delle unità anti-sommossa di Ankara. In due occasioni aveva anche prestato servizio per la scorta del presidente Recep Tayyip Erdogan, sia a Konya nel 2014 che a Bursa nel febbraio 2015.

La polizia turca ha fermato la sorella e la madre dell’assassino, e ha perquisito l’abitazione nella città di Soke, provincia di Aydin, nel sud ovest del Paese.

La pista islamista non convince tutti in Turchia, o quantomeno si propongono ‘piste’ alternative. Come il sindaco della città che sul proprio account Twitter prova a dare una lettura differente: “Secondo quello ho sentito, gli slogan islamisti sono una copertura, l’assalitore era un membro del Feto (Organizzazione del Terrore Gülenista, ndr)” scrive.
Il presidente russo Vladimir Putin è subito informato, qualche ora dopo riceve la telefonata del presidente turco, Recep Tayyp Erdogan. Il portavoce Dmitri Peskov riferisce che sono in corso consultazioni con il ministro degli Esteri, Sergey Lavrov e con i servizi di sicurezza. La portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova definisce l’omicidio di Karlov “un atto terroristico” e sottolinea che la questione sarà posta lunedì al Consiglio di sicurezza dell’Onu: “Oggi è un giorno tragico per la diplomazia russa”. Andrey Karlov, nato nel 1954 a Mosca, era ambasciatore in Turchia dal luglio 2013. Aveva iniziato la sua carriera nel 1976 al ministero degli Affari Esteri. Dal 1979 al 1984, e poi di nuovo dal 1986 al 1997 era stato assegnato all’ambasciata del suo Paese in Corea del Sud (2001-2006), poi era tornato in Russia per assumere la carica di vice direttore generale per gli Affari consolari dal 2007 al 2013. Andrey Karlov lascia la moglie e un figlio.

La zona dell’attacco, dove si trova la Galleria d’arte, è chiusa al traffico e sotto stretta sorveglianza delle forze di sicurezza. Sul posto anche il ministro degli Interni turco, Suleyman Soylu: “Non consentiremo che questo attacco getti un’ombra sull’amicizia tra Turchia e Russia”. Ma l’odio si diffonde veloce. In rete festeggiano gruppi pro al-Qaeda. Diffondono le immagini dell’assassinio, scrivono: “Curano il cuore ferito della Umma” (la comunità dei fedeli, ndr). Rita Katz del Site Intelligence Group, racconta che sul web l’attentatore è definito “un eroe che non è stato a guardare mentre i musulmani di Aleppo e del Levante vengono massacrati”.Da giorni nel Paese si susseguono manifestazioni di protesta contro Mosca per la città siriana ripresa quasi completamente dalle forze governative grazie al decisivo appoggio militare russo. Le proteste di massa ad Ankara e Istanbul sono contro le rappresentanze diplomatiche di Russia e Iran, accusati dai manifestanti di essere responsabili anche della mancata evacuazione di civili nei giorni scorsi da Aleppo est. Secondo il sindaco di Ankara, Melih Gokcek, l’attacco è stato commesso per danneggiare le relazioni tra Turchia e Russia.
I primi a pronunciarsi sull’attentato sono gli Stati Uniti: “Condanniamo l’attacco, da dovunque sia arrivato. I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con lui e la sua famiglia”, dichiara il portavoce del Dipartimento di Stato, John Kirby ma poi il dipartimento di Stato Usa sul profilo Twitter dice di aver “notizie” di spari nei pressi dell’ambasciata americana e invita “tutti i cittadini americani a evitare l’area attorno al compound fino a ulteriori comunicazioni”.

Dall’Ue Federica Mogherini esprime a nome dei “Paesi che fanno parte di questa Unione condoglianze alla parte russa e forte condanna per quanto è avvenuto”. Un tweet anche da parte del premier italiano: “Vicini alla federazione russa per l’orrenda uccisione dell’ambasciatore Karlov ad Ankara” scrive Paolo Gentiloni. L’Onu: “Non può esserci alcuna giustificazione” dice il portavoce del Palazzo di Vetro, Stephane Dujarric.
Condanna anche dalla Siria: “La repubblica araba siriana condanna nella maniera più ferma il vigliacco attacco terroristico che ha portato alla morte dell’ambasciatore russo in Turchia Andrej Karlov”, afferma il ministero degli Esteri di Damasco.

Fonte: www.repubblica.it

19 dicembre 2016

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