Il figlio di Sakineh denuncia: nuova condanna a 99 frustate
Rainews24
Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione, ha subito una nuova condanna, questa volta a 99 frustate. La denuncia arriva dal figlio della donna, attarverso una lettera aperta.
Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione, ha subito una nuova condanna, questa volta a 99 frustate. La denuncia arriva dal figlio della donna, attarverso una lettera aperta.
Il giovane speiga che Sakineh sarà puntita per vaer diffuso l'indecenza e la corruzine dopo che un giornale britannico avrbbbe pubblicato uan sua foto senz avelo.
La foto però è falsa, spiega il ragazzo, e dunquie la condanna ingiusta.
"Dopo l'intervista del nostro avvocato, Javid Houtan Kian, al London Times il 20 agosto 2010, il legale ha inviato al giornale una foto di mia madre, scattata mentre lavorava nella clinica Arghavan della città di Oskou", continua a spiegare il figlio di Sakineh. "Pensavamo che la foto fosse stata pubblicata il giorno dopo sul London Times, ma non avendo accesso al giornale, non abbiamo potuto verificare. Per ragioni sconosciute, il London Times ha pubblicato, invece della foto di mia madre, quella di un'altra donna che non indossava il velo. Non sappiamo come abbiano ottenuto questa foto, nè a chi appartenga".
Sakineh, il cui caso è balzato all'attenzione dei media sollevando campagne internazionali contro la sua esecuzione, tra cui quella promossa da AKI, ha già subito una condanna a 99 frustate inflittele proprio di fronte al figlio all'inizio della sua vicenda giudiziaria, che riguarda un'accusa di rapporti fuori dal matrimonio e complicità nell'omicidio del marito. Sajjad sostiene quindi di essere venuto a sapere in seguito, da fonti fuori dall'Iran, che la foto sarebbe stata fornita dall'ex avvocato di sua madre, Mohammad Mostafaei, fuggito in Norvegia nei giorni scorsi.
Il giovane spiega che l'avvocato, a cui sarebbe stata versata una somma di 20 milioni di rial, "non ha mai fatto uno sforzo autentico per salvare la vita" di Sakineh, che quindi ha deciso settimane fa di togliergli l'incarico. "Ma sfortunatamente continuiamo a sentire di suoi commenti sulla vicenda, che suggeriscono una non intenzionale collusione con quanti sono assetati di sangue in questo sistema". "Mostafaei è stato solo per un breve periodo e per il tramite di una avvocatessa, responsabile della difesa di mia madre, il cui caso è separato da quello dell'omicidio di mio padre – continua – Questo significa che Mostafaei non ha avuto accesso ai documenti (su questo secondo caso), non conosce il loro contenuto, le loro date, gli uffici responsabili" e quindi "non può fare alcun commento a tal proposito".
Fonte: RaiNews24
4 settembre 2010