Gratteri: “Abolire il rito abbreviato per i reati di mafia”
Redattore Sociale
Dal pm reggino la proposta di informatizzare i processi e critiche alla normativa sui collaboratori di giustizia. In piazza a Sant’Andrea Jonio (Cz) sulla ‘ndrangheta dice: “Al nord si mimetizza, calabresi soggiogati e assuefatti”.
Catanzaro – “Dovremmo abolire il rito abbreviato per i reati di criminalità organizzata e riformare il sistema penale, processuale e detentivo in modo che delinquere non sia conveniente”. E’ quanto sostiene il magistrato antimafia Nicola Gratteri, da 23 anni impegnato nella lotta alla ‘ndrangheta. Il procuratore aggiunto della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria è intervenuto a un incontro pubblico in piazza a Sant’Andrea sullo Ionio, in provincia di Catanzaro, per presentare il suo ultimo libro “La Malapianta”, edito da Mondadori. “Il processo breve non velocizza il processo, lo nega – ha detto Gratteri – la soluzione è l’informatizzazione, ad esempio, invece di spendere milioni di euro per notificare la fine delle indagini agli avvocati degli indagati, si potrebbe usare la posta elettronica certificata”. Ricordando la recente operazione investigativa “Il Crimine”, il magistrato ha illustrato quelle che secondo lui sono le storture del sistema penale italiano. “Delle 300 persone arrestate, tra cui pezzi di élite della ‘ndrangheta, molti usciranno dal carcere tra 6-7 anni, grazie al rito abbreviato che concede uno sconto di un terzo della pena, cui si aggiungono le riduzioni per buona condotta e i permessi premio, i mafiosi solitamente sono detenuti modello”, ha spiegato il pm davanti a una piazza piena di gente. “Un soggetto che è stato battezzato nella ‘ndrangheta non si può recuperare perché crede alla ‘ndrangheta come a una religione”, ha affermato. Sulla spinosa questione dei collaboratori di giustizia ha aggiunto: “oggi non conviene più essere collaboratori di giustizia perché negli anni sono state fatte tante modifiche normative dai governi degli ultimi quindici anni, sia di destra, sia di sinistra”.
Il dibattito è stato moderato dal caporedattore di Ansa Calabria, Filippo Veltri. Rispondendo alle domande del giornalista, Gratteri ha illustrato i motivi per cui la ‘ndrangheta non investe in Calabria i proventi dei traffici di droga. “Al nord e all’estero è più facile mimetizzarsi, in Calabria c’è troppa povertà, gli uomini della ‘ndrangheta sono entrati in imprese internazionali in crisi perché solo i trafficanti di cocaina in questo momento hanno disponibilità di soldi liquidi”. A questa prima ragione, il pm reggino ha aggiunto: “Il popolo calabrese deve essere soggiogato, non deve sentirsi libero, deve chiedere. Il capomafia controlla anche il respiro del paese, decide sulla vita politica e amministrativa”. Sui rapporti tra le ‘ndrine e i politici, il magistrato ha affermato che “ormai da decenni la ‘ndrangheta è dentro le istituzioni, si muove nella stessa acqua. Non sono corpi estranei che si incontrano al momento delle elezioni, è un continuum, una frequentazione continua”. E ha concluso: “Quella che noi chiamiamo ‘zona grigia’ è poco grigia, è nera”.
Il magistrato si è spesso occupato della ‘ndrangheta anche come studioso del fenomeno, su cui ha già scritto tre libri con Antonio Nicaso. “Sui morti ammazzati c’è assuefazione alla morte, perché il popolo calabrese è stato usato, munto come una vacca dalla politica” ha detto rispondendo a una domanda di una giovane del pubblico. “La frase di Falcone sulla mafia come fenomeno umano è stata detta in un altro momento storico – ha proseguito Gratteri – ora è archeologia, nel 2010 le mafie sono più arroganti di prima perché più ricche. Con un sistema giudiziario diverso potremmo abbatterle dell’80% ma sconfiggerle mai, perché la prevaricazione fa parte del cuore umano”. A margine dell’incontro, il procuratore aggiunto della Dda di Reggio Calabria ha ricordato che “ci sono magistrati che lavorano bene anche se non vanno in tv e non sono conosciuti”. Riguardo al calore e all’attenzione con cui è stato accolto dalla piazza calabrese, Gratteri ha commentato: “sono cose che mi emozionano, non mi sono mai sentito solo, ho migliaia di persone che mi sostengono. Ieri sono stato all’università di Udine con ragazzi di 92 paesi del mondo”. (rc)
Fonte: www.redattoresociale.it
5 Agosto 2010