Intercettazioni: allarme Onu per il bavaglio


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Monito del relatore speciale per i diritti, Frank La Rue: “Se adottata nella sua forma corrente, può minare la possibilità di beneficiare del rispetto del diritto di libertà d’espressione in Italia”.


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Intercettazioni: allarme Onu per il bavaglio

La legge sulle intercettazioni deve essere "o eliminata o rivista". Lo afferma in un comunicato il relatore speciale Onu per i diritti Frank La Rue, rivolto al governo italiano. La Rue avverte che "se adottata nella sua forma corrente, (la normativa) può minare la possibilità di beneficiare del rispetto del diritto di libertà d'espressione in Italia". "Secondo l'attuale disegno di legge – sottolinea La Rue – chiunque non sia accreditato come giornalista professionista può essere condannato a quattro anni di carcere per aver registrato una comunicazione o conversazione senza il consenso della persona coinvolta e per aver poi reso pubblica tale informazione". Secondo La Rue, "tale grave pena minerà in modo serio tutti i diritti individuali di cercare e diffondere un'informazione imparziale, in violazione del Convenzione internazionale sui diritti civili e politici di cui l'Italia è parte".
Preoccupazioni anche per l'introduzione di una sanzione per giornalisti ed editori
che pubblichino il contenuto di intercettazioni prima dell'inizio di un processo. "Tale punizione – prosegue il relatore Onu – che include fino a 30 giorni di carcere e un'ammenda fino a 10.000 euro per i giornalisti e 450.000 per gli editori è sproporzionata rispetto al reato".
Secondo il relatore Onu, "queste norme possono ostacolare il lavoro dei giornalisti investigativi su materie di interesse pubblico, come la corruzione, data l'eccessiva lentezza dei procedimenti giudiziari in Italia, e come sottolineato più volte dal Consiglio d'Europa".
"Sono consapevole – conclude il relatore speciale Onui – che il disegno di legge è stato avanzato per preoccupazioni sull'implicazione della pubblicazione delle intercettazioni sui procedimenti giudiziari e sul diritto alla privacy. Tuttavia, il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta appropriata a tali preoccupazione e pone minacce al diritto alla libertà d'espressione".
La Rue, ricordando anche le proteste dei giornalisti, esorta il governo ad "astenersi dall'adottare questo disegno di legge nella forma attuale, e di impegnarsi in un dialogo con tutte le parti in gioco, in particolare con i giornalisti e i media, per assicurare che le loro preoccupazioni siano tenute da conto" e si dice "ansioso" di cooperare con il governo italiano, in vista di una "possibile missione di sopralluogo nel 2011 per esaminare la situazione della libertà di stampa e il diritto di espressione in Italia".
"Sono fortemente sorpreso e sconcertato per questa posizione di un rappresentante dell'Onu", è stato il commento del ministro degli Esteri, Franco Frattini alla decisa presa di posizione del relatore speciale dell'Onu.
''Non siamo stupiti dal comunicato dell'Onu, anzi ci avrebbe sorpreso se si fossero espressi a favore'', commenta invece il vice presidente dei senatori Pdl Gaetano Quagliariello.''La concezione dei diritti e delle libertà che ha l'Onu – rimarca Quagliariello – si commenta da sé''.
Di segno opposto la lettura che del richiamo fa l'Italia dei Valori che con il presidente dei deputati Massimo Donadi sottolinea come "dopo il dipartimento della giustizia americano, dopo l'Osce, ora persino l'Onu dice che il ddl intercettazioni va abolito. Una simile concentrazione di critiche – sottolinea – tutte provenienti da organismi internazionali'' si giustifica ''con l'inaudita gravità di un provvedimento che è insieme criminogeno e lesivo del fondamentale diritto costituzionale alla libertà di informazione".
Intanto il Pd si prepara a dare battaglia in Aula. Sono oltre 400 gli emendamenti depositati oggi al testo del ddl. La battaglia del gruppo democratico – spiega il partito in una nota – è finalizzata a sopprimere le parti inaccettabili del provvedimento e modificarne radicalmente lo spirito. In particolare, gli emendamenti si concentrano sulle norme che indeboliscono le attività di indagine (e quindi presupposti, tempi e durata delle intercettazioni) e che colpiscono pesantemente la libertà di stampa nel nostro Paese.
Plaude invece alle ''modifiche proposte dalla maggioranza'' giudicate ''senz'altro positive perché recepiscono numerose osservazioni delle opposizioni e migliorano il testo licenziato dal Senato'' l'Udc. Ma sottolineano in una nota congiunta Michele Vietti, Roberto Rao e Lorenzo Ria ''restano tuttavia ancora alcuni nodi insoluti: sull'informazione libera da condizionamenti e sulla semplificazione delle procedure che rallentano e complicano le indagini''.
Di ''innegabili migliorie'' parla il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Giulia Bongiorno. ''Sono apprezzabili le proposte sugli emendamenti della maggioranza – sottolinea la deputata del Pdl – nelle parti relative ai presupposti e alle limitazioni temporali delle intercettazioni''.
In serata, protesta simbolica del Popolo Viola contro il ddl al Pincio di Roma. I carabinieri hanno trovato una decina di busti 'imbavagliati': alle statue erano attaccati con nastro adesivo alcuni foglietti firmati dal Popolo Viola con su scritto ''contro la legge bavaglio''.

Fonte: Adnkronos

13 luglio 2010

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