G20: mancati gli obiettivi di Gleneagles
Actionaid
Actionaid: mancati gli obiettivi di Gleneagles, ma i G8 preferiscono non menzionare gli impegni pregressi. De Fraia: ”L’Italia si presentava al Summit con un debito di 21 miliardi di dollari. Dopo due giorni di incontri, nessun segnale di cambiamento di rotta”.
Toronto, 27 giugno 2010 – La dichiarazione è molto deludente per quello che riguarda l’Aiuto pubblico allo sviluppo in generale. I G8 che si limitano a riaffermare il loro impegno in termini di aiuto pubblico allo sviluppo e efficacia dell’aiuto senza alcun riferimento ai target mancati di Gleneagles. Riaffermare l’impegno verso l’APS proprio quando è scaduto e mancato l’obiettivo del 2010 e senza che questo fallimento venga ammesso risulta quasi ironico.
Riconoscendo la difficile situazione economica globale i G8 avrebbero potuto esprimersi con onestà e responsabilità ammettendo il fallimento dell’obiettivo 2010, aggiornando gli impegni quantitativi e le scadenze e indicando dei target realistici per il 2015.
Non si parla di risorse per l’Africa, i G8 tendono a spostare l’attenzione verso i Paesi vulnerabili. Si tratta di un orientamento concettuale cui dovrebbe far seguito un maggior dettaglio e una garanzia di tutela dell’impegnato pregresso, assicurando che non ci sarà diversione di risorse a scapito dell’Africa sub-sahariana.
Egualmente i G8 riaffermano il loro impegno a garantire il successo delle conferenze di rifinanziamento dell’IDA e del Fondo Africano di sviluppo, ma non è chiaro come questo sia possibile senza nuove risorse, visto che entrambi i fondi internazionali chiedono ai donatori un significativo aumento di capitali nell’ordine di qualche miliardo.
Rispetto agli impegni presi al vertice de l’Aquila nel luglio scorso, ancora non c’è alcuna evidenza delle risorse effettivamente spese per l’iniziativa sulla Sicurezza alimentare (Aquila Food Initiative). Lo stesso Muskoka Accountability Report prodotto dagli Otto rileva come dei 22 miliardi di dollari impegnati dai paesi donatori, solo 6 siano risorse fresche.
L’Italia, con un impegno di 428 milioni di dollari in 3 anni e di cui soli 180 addizionali rispetto ad impegni precedentemente presi si trova al penultimo posto in classifica (ultima, la Russia), non stando al passo con i G8.
Considerando che i fondi necessari per far fronte al costante aumento del numero di affamati è pari a 40 miliardi di dollari annui, ci aspettavamo scadenze chiare e trasparenti per dare seguito agli impegni sulla sicurezza alimentare presi solo 1 anno fa.
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De Fraia, ”L’Italia si presentava al Summit con un debito di 21 miliardi di dollari. Dopo due giorni di incontri, nessun segnale di cambiamento di rotta”.
Toronto, 26 giugno – Cala il sipario sul Vertice G8 canadese e l’epilogo è amaro: “I leader dei Paesi più ricchi del mondo non hanno adottato alcuna iniziativa concreta per combattere la povertà, e l’Italia non ha dato alcun segnale di inversione di rotta rispetto alle promesse mancate degli anni passati”. Questa la denuncia di Luca De Fraia, Vice segretario generale di ActionAid Italia, dal media center di Toronto.
Nella dichiarazione finale, presentata alle ore 12 dal Primo Ministro canadese Harper, gli Otto Grandi hanno riconfermato in modo rituale gli impegni già assunti negli anni passati: nessun riferimento al mancato raggiungimento degli impegni sottoscritti a Gleneagles, nonostante un ammanco di 18 miliardi di dollari. “L’unica eccezione concreta è l’impegno del governo canadese di investire 1,2 miliardi di dollari nei prossimi cinque anni: poca cosa rispetto all’esigenza di salvare gli Obiettivi del Millennio per la lotta alla povertà”, afferma De Fraia.
Rispetto agli impegni presi in tema di sicurezza alimentare al Vertice de L’Aquila, nella dichiarazione finale si afferma che, dei 22 miliardi di dollari promessi dai Paesi donatori per i prossimi tre anni, solamente 6,5 miliardi di dollari sono stati impegnati. “Considerando che i fondi necessari per far fronte al costante aumento del numero di affamati sono pari a 40 miliardi di dollari annui, sarebbe stato necessario che i G8 avessero adottato obiettivi all’altezza della sfida e scadenze chiare per dare seguito agli impegni sulla sicurezza alimentare presi solo un anno fa”, continua De Fraia.
L’Italia si presentava al Summit con un buco di 21 miliardi di dollari rispetto alle promesse mancate di questi anni, senza aver saldato i conti con il Fondo Globale per la lotta all’HIV per circa 280 milioni di euro, e rimanendo nelle ultime posizioni nell’iniziativa per la sicurezza alimentare annunciata l’anno scorso a L’Aquila. “Questo G8 rappresentava per l’Italia la possibilità di ristabilire la sua credibilità internazionale come partner affidabile. Nonostante ciò, la voce del nostro Paese in questi giorni di Summit è stata debole, lanciando messaggi contradditori di sostegno alla Muskoka Initiative e facendo mancare l’appoggio all’adozione di una tassa sulle transazioni finanziarie (FTT)”, dichiara De Fraia.
“Se il nostro Paese vuole mantenere un ruolo nella nuova geopolitica globale, le istituzioni italiane devono dare un segnale di responsabilità”, dichiara De Fraia. “Il Governo deve approntare il piano di riallineamento per portare le risorse investite per la lotta alla povertà in linea con gli obiettivi stabiliti a livello internazionale, come promesso dal Ministro dell’Economia Tremonti un anno fa”.
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